La Siciliana Ribelle (2009).iTALiAN.DVDRip.[RS]
Paese: Italia 2008
Uscita Cinema: 27/02/2009
Genere: Drammatico
Formato: Colore
Durata: 110 min
Distribuzione: Istituto Luce
Interpreti e Ruoli
Veronica D'Agostino - Rita Mancuso
Gérard Jugnot - Procuratore antimafia
Marcello Mazzarella - Don Vito Mancuso
Lucia Sardo - Rosa Mancuso
Mario Pupella - Don Salvo Rimi
Francesco Casisa - Vito
Carmelo Galati - Carmelo Mancuso
Lollo Franco - Maresciallo Campisi
Primo Reggiani - Lorenzo
Paolo Briguglia -Maresciallo Bruni
Regia: Marco Amenta
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Mirco Garrone
Produzione: Tilde Corsi, Gianni Romoli, Simonetta Amenta, Marco Amenta e Raphael Berdugo, R&C Produzioni, Eurofilm, Roissy Film (Parigi)
Una mattina di novembre del 1991, una ragazzina di 17 anni con lo zainetto della scuola sulle spalle si presenta al Procuratore di Palermo per vendicare gli assassini del padre e del fratello, entrambi mafiosi. Per la prima volta una ragazzina di famiglia mafiosa si ribella apertamente all'organizzazione tradizionalmente maschilista. Da questo momento, i giorni di Rita sono contati. Come tutte le altre donne di mafia siciliane, Rita dovrebbe piegarsi alla legge del silenzio. Dovrebbe chiudere gli occhi, sottomettersi, come sua madre e la madre di sua madre. Ma Rita non è come le altre. La sua vita è una sfida al destino e possiede l'intensità di un racconto epico. Rinnegata e minacciata dal paese e persino dalla madre, Rita è costretta ad abbandonare la Sicilia natale ed esiliarsi clandestinamente a Roma. Il Procuratore anti-mafia diventa per lei una figura paterna, la prende sotto la sua protezione e la sostiene nel suo percorso. Dovrà farle ammettere davanti a se stessa e davanti a tutti che suo padre e suo fratello non erano quelle figure positive che lei credeva. A Roma, sotto falsa identità, incontra Lorenzo e nasce un amore. Riscopre la femminilità e la voglia di vivere come un'adolescente spensierata. Ma gli eventi precipitano. Rifiutando di essere la successiva sulla lista, Rita ancora una volta sceglie il suo destino. Non le restano che nove mesi per vincere la sua battaglia.
- Spoiler:
- Dopo 'L'ultimo padrino' e 'Il fantasma di Corleone' ancora una pellicola sulla mafia per Marco Amenta, che questa volta abbandona il documentario per dirigere un vero e proprio film. La storia è quella che tutti conosciamo, ma ha un carico emotivo veramente imponente, grazie anche all'interpretazione di Veronica D'Agostino nei panni della forte Rita. Un film che lascia poco spazio alle interpretazioni, Amenta sbatte in faccia la realtà della mafia senza troppi artifici retorici. Lo spettatore si trova a dover affrontare in maniera diretta la realtà di Cosa Nostra, così come la protagonista si trova a dover accettare il fatto che il padre e il fratello fossero due assassini uguali a quelli che lei ha portato in tribunale. La voglia di combattere la mafia, il desiderio di giustizia ad ogni costo rendono naturale ed eroico il gesto estremo che compì realmente Rita Atria.
Una storia che, purtroppo, in molti ancora hanno bisogno di vedere.
Carlo Brunelli - mpnews
“Tu sei carne morta, lo vuoi capire?”
Una storia di amore, di armi e di eroi.
Una storia vera, disperata, dal solito, drammatico epilogo.
Rita Atria ha soli 17 anni quando decide di ribellarsi ad un ordine precostituito, quando sceglie di cercare giustizia e non vendetta: troverà la morte, il destino di tanti eroi che eroi non vollero essere, e che oggi rappresentano la speranza di un cambiamento in cui è difficile credere. La Sicilia dipinta dal siciliano Amenta, ha il tetro fascino di una terra arcaica, abitata da persone sospese nel tempo, la cui vita spesso è solo un “prestito” dei boss del paese; una Sicilia che nella prima parte del film vediamo con gli occhi della piccola Rita, perfettamente intergrata in questo tessuto sociale fino a quando la morte del padre prima, e del fratello poi, non la pongono davanti ad una scelta che nessuna ragazza di 17 anni dovrebbe mai fare. Rita sceglie la Legge, e con essa la clandestinità, la rabbia, la disperazione, la paura. Sceglie di vivere senza un passato, costretta a cambiare identità più volte, rinnegata con odio dalla madre, e senza un futuro, perché anche nell’attesa della tragedia, non libera di vivere la vita come una persona normale: una passeggiata, un serata in discoteca, un amore…
Solitudine e sconforto vengono colmati solo dalla presenza di un maresciallo e dalla figura quasi paterna del magistrato che, diversi anni prima, la accusò di “avere la mafia nel sangue”. Ora però è tutto cambiato, anche la fotografia si fa più sgranata, opaca, Rita davanti allo specchio di una casa anonima nella periferia di Roma capisce di essersi emancipata, di aver vinto la sua personale battaglia in una guerra che però la mafia sembra continuare a vincere.
E quando il giudice Borsellino muore tra ferraglie di macchine accartocciate come lattine, Rita decide con il suo ultimo gesto estremo di uccidere sé stessa, le proprie speranze ma anche quelle dei mafiosi che speravano di dimostrare come le sue accuse fossero dettate semplicemente dalla sete di vendetta e non di giustizia, quella giustizia in nome della quale aveva sacrificato tutto.
Amenta, al suo primo lungometraggio dopo due documentari, "Diario di una siciliana ribelle" e "Il Fantasma di Corleone", costruisce con dignità e sincera passione un film altrettanto sincero e coraggioso: chiama a sé attori non professionisti del luogo e si affida a due ottimi attori per i ruoli da protagonista: il francese Gérard Jugnot e la siciliana Veronica D'Agostino, entrambi molto bravi. Soprattutto, riesce sempre a trasmettere una forte carica emotiva che non sfocia mai in caricatura, neanche in quelle (poche) scene in cui la narrazione sembra leggermente forzata, come la scena dell’incontro tra Rita e il fidanzato storico e, più in generale, la storia soltanto accennata tra Rita e Lorenzo.
Da vedere, perché la libertà passa attraverso la conoscenza, e la forza di film come questo possono molto di più che vacue parole televisive come ‘lotta alla criminalità organizzata’ e via dicendo, magari uscite dalla bocca di politici collusi con la mafia, condannati in via definitiva, e beatamente seduti in Parlamento.
Riccardo Rizzo - cinemadelsilenzio.it
- Codice:
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