Blood and Chocolate. 2007 iTALiAN.DVDRip.Xvid[RS]
Nazione: USA
Anno: 2007
Genere: Horror/Romantico
Durata: 98 minuti
Regia: Katja von Garnier
Sceneggiatura[i]: Ehren Kruger, Christopher Landon, Annette Curtis Klause
[i]Fotografia: Brendan Galvin
Montaggio: Emma E. Hickox
Musica: Reinhold Heil
Agnes Bruckner, Hugh Dancy, Olivier Martinez, Katja Riemann, Bryan Dick, Chris Geere, Tom Harper, John Kerr, Jack Wilson e Vitalie Ursu Bogdan
Nel terrore corro di qua e di la.Il gusto del sangue e del cioccolato in bocca,l'uno odioso come l'altro.
Tu mi chiedi di non innamorarmi. Dimmi che cos'altro c'è nella vita. (Vivian)
Il film narra la storia d'amore tra la giovana licantropa Vivien, che ha passato la sua intera vita a nascondere al mondo il suo essere "lupo mannaro", e Aiden, un turista americano. La donna lupo dovrà decidere tra la sue relazione con l'umano che ama e il suo appartenere "al branco", la famiglia di licantropi guidata dal leader Gabriel, che è innamorato di lei e intende averla in sposa.
Quando una storia deja vu trova l'ambientazione giusta.
Dieci anni dopo l'uccisione dei suoi genitori da parte degli umani negli Stati Uniti Vivian Gandillon, una giovane licantropa, vive a Bucarest con la zia Astrid e il suo compagno Gabriel, capo del branco di licantropi e padre di Rafe. Vivian, che lavora in una cioccolateria, si innamora di un disegnatore di fumetti americano, Aiden, esperto in licantropi, lupi mannari e affini. Gabriel, scoperta la relazione e intenzionato ad avere Vivian per sé, le scatena contro Rafe.
È raro trovare una regista dietro la macchina da presa in un film sui licantropi e la cosa si fa ancor più interessante se poi (alla base della sceneggiatura) c'è un romanzo scritto anch'esso da una donna, Annette Curtis Klause.
Ne esce un film le cui tematiche sono già note e viste più volte al cinema ma la cui estetica e il cui punto di vista sono inusuali. L'apertura delle frontiere dei paesi dell'Est Europa alle produzioni 'occidentali' ha condotto alla valorizzazioni di spazi utilizzati nel passato solo come sfondi ad opere di regime. È il caso della Romania e,
nella fattispecie, di Bucarest che diventa coprotagonista della vicenda grazie a una lettura del suo spazio assolutamente attinente al 'clima' di una specie che, finalmente, non appartiene più alla ormai quasi folkloristica schiera dei vampiri che affollano Transilvania e luoghi limitrofi nell'immaginario cinematografico e televisivo.
Katja von Garnier vi situa una specie liminare. Non siamo infatti nel territorio dei lupi mannari (cari a John Landis e pronti a trasformarsi nelle notti di luna piena) ma in quello, molto più ambiguo di esseri dalle fattezze umane pronti a trasformarsi in lupi all'occorrenza e in continua lotta con gli umani che temono e da cui sono temuti.
La scelta poi di assumere le sensazioni provate dalla protagonista, a partire dal senso di colpa per l'uccisione dei genitori, aggiunge un tocco di originalità in più a un film che si situa nel solco della tradizione senza però adagiarsi nella routine.
È raro trovare una regista dietro la macchina da presa in un film sui licantropi e la cosa si fa ancor più interessante se poi (alla base della sceneggiatura) c'è un romanzo scritto anch'esso da una donna, Annette Curtis Klause.
Ne esce un film le cui tematiche sono già note e viste più volte al cinema ma la cui estetica e il cui punto di vista sono inusuali. L'apertura delle frontiere dei paesi dell'Est Europa alle produzioni 'occidentali' ha condotto alla valorizzazioni di spazi utilizzati nel passato solo come sfondi ad opere di regime. È il caso della Romania e,
nella fattispecie, di Bucarest che diventa coprotagonista della vicenda grazie a una lettura del suo spazio assolutamente attinente al 'clima' di una specie che, finalmente, non appartiene più alla ormai quasi folkloristica schiera dei vampiri che affollano Transilvania e luoghi limitrofi nell'immaginario cinematografico e televisivo.
Katja von Garnier vi situa una specie liminare. Non siamo infatti nel territorio dei lupi mannari (cari a John Landis e pronti a trasformarsi nelle notti di luna piena) ma in quello, molto più ambiguo di esseri dalle fattezze umane pronti a trasformarsi in lupi all'occorrenza e in continua lotta con gli umani che temono e da cui sono temuti.
La scelta poi di assumere le sensazioni provate dalla protagonista, a partire dal senso di colpa per l'uccisione dei genitori, aggiunge un tocco di originalità in più a un film che si situa nel solco della tradizione senza però adagiarsi nella routine.
fonte:[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] - Giancarlo Zappoli
- Codice:
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