Da Wiki:
Il
documentario contiene, oltre a brevi spezzoni di Raiot, interviste e
testimonianze delle persone coinvolte nella sospensione del programma.
La Guzzanti allarga il caso denunciando una situazione di censura
dell'informazione in Italia coinvolgendo, tra gli altri, non solo
politici di destra e di sinistra, ma anche giornalisti quali Marco
Travaglio ed Enzo Biagi ed attori come Dario Fo e Daniele Luttazzi. Con
alcuni giornalisti stranieri in Italia, comici ed autori di programmi
satirici stranieri, e con l'aiuto di intellettuali come Luciano
Canfora, cerca di confrontare la delicatissima e difficile situazione
italiana della tv con quella all'estero.
Il titolo è un forte
richiamo all'azione del leader socialista spagnolo Zapatero che è
riuscito, come promesso dopo la vittoria alle elezioni, a fare una
riforma tv slegando l'ente pubblico RTVE dalla partitocrazia e ad
aprire il mercato ad altri soggetti (scatenando le violente ire dei
rappresentanti Mediaset in Spagna che hanno addirittura gridato al
golpe per favorire gli editori vicini al PSOE). Attualmente in Italia i
membri del consiglio di amministrazione RAI, ovvero l'organo che decide
ciò che può essere trasmesso o meno, sono scelti dal governo e questo
rende la televisione pubblica italiana strettamente controllata dal
potere politico. Derivano infatti da questa ingerenza tutte le varie
censure denunciate dalla Guzzanti con questo film.
Il titolo è anche un richiamo ad un vecchio film con Marlon Brando intitolato Viva Zapata!.
Sabina
scrive per la RAI un programma satirico, RaiOT (gioco di parole da RAI
e dalla parola inglese riot, rivolta). RaiOt si componeva di una serie
di puntante monotematiche della durata di un'ora ciascuno, che
comprendevano un monologo di Sabina e vari sketch. Nella prima puntata
si trattava della libertà di espressione, c'era una parodia del
ministro delle telecomunicazioni Maurizio Gasparri da parte di Neri
Marcorè, dell'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e di
Lucia Annunziata. Il programma viene visto da 1.834.000 telespettatori,
che equivale al 18,37% di share e arriva a raggiungere il 25% (più di
due milioni di telespettatori) nel suo momento culminante, facendo così
di Rai Tre il canale più visto per più di mezz'ora dopo mezzanotte.
Mediaset,
fortemente attaccata nel programma, reclama 20 milioni di euro di danni
dalla RAI, la produttrice del programma, Sabina Guzzanti e il resto
degli autori. Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri lamentava
che lo show della Guzzanti, specie nella parodia di intervista al
ministro Gasparri, non fosse stata satira, ma «cronaca falsa al fine di
screditare» Berlusconi e l'azienda.
Il direttore di Rai Tre Paolo
Ruffini decide la sospensione «in totale autonomia» ma con l'assenso
del presidente Lucia Annunziata. I vertici RAI hanno convenuto che quel
particolare momento che l'Italia stava vivendo (il lutto nazionale per
l'attentato a Nassiriya dove sono morti 19 soldati italiani) non fosse
adatto alla messa in onda di un programma di satira politica.
La
procura di Milano rifiuta la richiesta di Mediaset per mancanza di
fondamento e giudica RaiOT non diffamatoria in quanto programma
satirico e in quanto i fatti raccontati nel programma sono autentici.
Il programma viene cancellato anche in seguito alle proteste della
comunità ebraica per l'utilizzo nel programma dell'espressione "razza
ebraica", giudicata antisemita.
Poiché non può andare in onda, le
puntate successive del programma si svolgono per protesta
nell'Auditorium di Roma, con entrata gratuita.
Il programma si
proietta in molti cinema del paese, e dal canale satellitare SKY. Si
riceve anche da Internet. Uno schermo gigante si installa fuori
dell'Auditorium, circa 15.000 persone stanno fuori per vederlo.
Altre cose di cui si parla sono:
L'Italia è scesa al 67° posto secondo l'Osservatorio Mondiale delle Libertà Civili
La
testimonianza di Beppe Grillo, i cui show non vengono più trasmessi in
TV (malgrado facciano regolarmente il "tutto esaurito")
Il
licenziamento del famoso giornalista Giorgio Pieroni insieme ad altri
lavoratori della RAI, molto critico con il governo e il monopolio
dell'informazione nel paese: le 6 principali reti televisive italiane
(più l'italo-spagnola Telecinco) controllate da Berlusconi.
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Sottotitoli del video by salpiz (applicabili a entrambi gli up di sopra)
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Sono in formato .srt e sono in ENG ITA ESP.
Consiglio di vederlo con vlc
Sito della Bbc- Press in italy
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Mappa sulla libertà di stampa nel mondo, da vergognarsi!!!
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