Paese: Italia
Anno di pubblicazione: 2008
Durata: 60'
Genere: Documentario
Regia: Michele Miottello
Autoproduzione: BPTVI
Intervengono: Ensi e Clementino, Danno, Neffa, Moddi, Dj Trix, Rayden, Raige...
E’
una storia che parte dal settimo secolo a.C. quella narrata dal
documentario di Michele Miottello, videomaker vicentino, da anni a
Bologna.
Già Orazio ne aveva parlato nei suoi versi, descrivendo
i Prischi, personaggi che ai tempi, cantavano in rima,
improvvisando.Protagonisti principali di questo documentario sul
freestyle italiano sono Ensi (To) e Clementino (Na), due tra gli mcs
che più si sono fatti valere nel panorama degli ultimi anni, due
diversi stili e due background molto diversi ma accomunati da quello
che è uno dei fondamenti dell’hip hop.
Prima tappa del viaggio è
il 2The Beat, per anni istituzione tra le battle di freestyle nostrane
che ha visto vincitori entrambi gli mcs nelle edizioni del 2005 e del
2006. Il fil rouge del discorso non si limita allo stile, alla tecnica
ma anche alla storia del freestyle italiano, alla sua evoluzione nel
tempo e alle motivazioni che da anni spingono chi lo fa a non poterne
fare a meno. Alle testimonianze di Ensi e Clementino si aggiungono
quelle dei “maestri” come Danno, Neffa e Moddi, in cui si affronta,
ovviamente anche la tematica del dialetto; “arma a doppio taglio” come
viene definita, ma anche, in altri casi essenza del freestyle che, se
fosse fatto in italiano, probabilmente non avrebbe la stesso impatto.
I
protagonisti degli anni ’90 ricordano gli esordi e il primo contatto
con questo aspetto fondamentale dell’hip hop che al di la della metrica
viene vissuta come una filosofia a prescindere dagli anni a cui si fa
riferimento…una “cosa” che parte senza che tu te ne renda pienamente
conto per restare e diventare indispensabile. Molti quindi i temi
affrontati, dalla questione propriamente linguistica alla relazione tra
freestyle made in U.S. e freestyle de Bel Paese fino all’influenza che
la dimensione urbana, qui come dall’altra parte dell’oceano ha avuto e
ha nellla crescita di una generazione e di una cultura.
Ancora
una volta fondamentali nel dibattito l’mc torinese e l’mc napoletano a
cui si aggiunge la voce di Pierfrancesco Pacoda, noto critico e
giornalista musicale, quello che rimane è comunque il fatto che il filo
nel tempo non si spezza e conduce, sempre e comunque, alla volontà di
mettersi in gioco. Storica, a questo proposito, la finale del primo
2The Beat (2003) tra Danno e Moddi, quando il Link non aveva ancora
ceduto il posto agli uffici del Comune. All’appello non mancano
ovviamente Dj Trix e Wyze, tra gli organizzatori del contest.
Come
nel jazz, anche nel rap improvvisare implica avere una conoscenza
teorica solida ma anche una capacità di mettersi in discussione, con se
stessi prima che con gli altri.
Il panorama che si presenta a
chi guarda il documentario è molto vasto e non è sempre facile riuscire
a non cadere nella banalità o nella superficialità, in questo Michele
Miottello, è riuscito a raccogliere voci in grado di mantenere lo
spessore dovuto ad un tema cosi importante e ad unire punti di vista
diversi ma complementari senza ripetizioni o luoghi comuni, per quanto
in certi punti, sembri prevalere l’aspetto biografico legato alle
esperienze di Clementino ed Ensi.
Il futuro dell’hip hop in
Italia? Un’energia da incanalare nella giusta direzione senza inutili
mistificazioni. Se è vero che i media in primis non danno il giusto
valore a questa cultura speriamo allora che questo lavoro dia un
contributo ad una maggiore considerazione di questa forma di
“comunicazione improvvisata”…
Audio:9
Video:8
Link:
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il file è in formato .ogg (con VLC si vede)
Se amate i freestyle guardatelo