Il capo dei capi
è una fiction tv in 6 puntate, andata in onda fra ottobre e novembre
2007 su Canale 5 al giovedì in prima serata. La serie racconta la
storia del noto boss di Corleone, Salvatore Riina, alias Totò u Curtu,
interpretato da Claudio Gioè. La regia è di Alexis Sweet e Enzo
Monteleone. Prodotta dalla Taodue, la serie è ispirata all'omonimo
libro-inchiesta di Giuseppe D'Avanzo e Attilio Bolzoni.
I luoghi
dove sono state girate le scene sono quelli della provincia di Ragusa e
di Catania: ad esempio, Corleone è Monterosso Almo, mentre l'aeroporto
di Palermo non è altro che l'aeroporto di Catania Fontanarossa, e
tantissime altre scene sono girate nel territorio del catanese tra cui
il porticciolo di Ognina.
1° Puntata
Salvatore
Riina è un ragazzo di Corleone. A 13 anni, mentre lavora nei campi col
padre, trova una bomba. Il padre di Salvatore vorrebbe recuperare la
polvere da sparo dell'ordigno per rivenderlo ai cacciatori e ricavare
qualcosa per arrotondare i suoi magri guadagni come bracciante. La
bomba esplode uccidendolo e Salvatore diventa così il capo della sua
famiglia con la quale è costretto a vivere in miseria. In questa prima
fase il regista sottolinea il livello di degrado della famiglia del
futuro boss, e lo scarso livello culturale ed economico di tutto il
paese siciliano, alimentato astutamente dai "padroni" delle terre.
Stanco di vivere in povertà Totò insieme ai suoi amici Bernardo
Provenzano, Calogero Bagarella e Biagio Schirò[1] , inizia a lavorare
per il criminale Luciano Liggio, che rapisce e uccide Placido Rizzotto.
Mentre Riina finisce in prigione per aver commesso un omicidio, Schirò
si allontana dalla criminalità e si dedica allo studio. Dopo diversi
anni, Totò, ormai adulto, viene scarcerato. Ad aspettarlo fuori dal
carcere ci sono Bagarella, Provenzano e un nuovo membro della banda,
Luciano Maino. Schirò, divenuto poliziotto, inizia ad indagare sulla
banda che fa capo a Liggio, che fatto uccidere il Boss di Corleone,
Michele Navarra, è ormai intento ad espandersi verso Palermo.
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2° Puntata
La
puntata si apre con il clan corleonese (Luciano Liggio, Salvatore
Riina, Calogero Bagarella, Bernardo Provenzano e Luciano Maino) che si
prepara per andare a Palermo per una "parlata d'affari" con Salvatore
La Barbera e Vito Ciancimino. Intanto Totò si è fidanzato con Ninetta
Bagarella (sorella di Calogero). Appena i "viddani" approdano a Palermo
cominciano subito a farsi rispettare. Prima uccidono un macellaio che
non voleva pagare un carico di carne clandestina e successivamente
ammazzano un ragioniere che aveva pagato il pizzo alla famiglia
sbagliata. Una sera, mentre i Corleonesi sono in un night club (dove
Maino conosce una ragazza, Maria, che poi lo indurrà a pentirsi),
Salvatore La Barbera viene rapito e ucciso da Michele Cavataio. Tutti
coloro che appartenevano al clan dei La Barbera scappano da Palermo.
Teresa, la ragazza di Biagio e grande amica di Ninetta (fidanzata di
Totò), rivela a Biagio Schirò che Totò sarebbe andato a casa della sua
ragazza. Totò riesce a nascondersi e non viene catturato. Il 30 giugno
1963, a Palermo, in contrada Ciaculli, viene ritrovata una Giulietta
imbottita di esplosivo nel bagagliaio. Non appena il capitano apre il
bagagliaio, l'auto esplode facendo sette vittime. In conseguenza di
quest'avvenimento vengono arrestate numerosissime persone mentre altre
si devono nascondere. Maino preferisce restare a Palermo con la sua
ragazza invece di nascondersi insieme ai suoi compagni. Una sera,
mentre Riina e Bagarella stanno scappando da Corleone, una pattuglia
della polizia ferma l'auto e Riina viene arrestato. Inizialmente
fornisce dei documenti falsi, ma poi viene riconosciuto da Schirò e
confessa la sua vera identità. Pochi giorni dopo l'arresto di Riina,
Maino comincia a collaborare con il giudice Terranova e racconta tutto
quello che sa. Nei giorni seguenti viene arrestato anche Lucianeddu.
Qualche giorno dopo Biagio e Teresa si sposano. Intanto, siamo nel
1969, comincia il processo di Bari. Anche se Luciano Maino accusa Totò
di tutti gli omicidi che aveva già comunicato nel verbale scritto da
Terranova, Liggio, Riina e tutti gli altri detenuti vengono scarcerati
per mancanza di prove. Pochi giorni dopo il processo, Luciano Maino
viene trovato impiccato nell'abitazione della sua ragazza.
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3° Puntata
Il
10 dicembre 1969, Biagio e Teresa hanno appena avuto un bambino
(Antonio), intanto a Palermo Riina e i suoi compagni vanno negli uffici
di Michele Cavataio travestiti da finanzieri. Il gruppo è composto da
Totò Riina, Calogero Bagarella, Bernardo Provenzano e altri due uomini
(soldati di Tano Badalamenti, il boss di Cinisi). Lo scopo dei mafiosi
è quello di uccidere Cavataio (che in precedenza aveva eliminato
Salvatore La Barbera). Un soldato di Badalamenti, nervoso, ha troppa
fretta di sparare e causa una strage: prima di arrivare da Cavataio
vengono uccise altre 5 persone. Il gruppo arriva nell'ultima stanza,
dove si trova Cavataio. Dopo aver aperto il fuoco entrano nella stanza.
Michele Cavataio si è tuttavia finto morto e non appena Binnu e
Calogero si avvicinano egli si volta e spara, colpendo Calogero al
petto (che muore) e scatenando la rabbia di Binnu che lo uccide
fracassandogli il cranio con il calcio del fucile. Schirò viene
trasferito a Palermo e comincia ad indagare sulla strage di Viale
Lazio. Totò, avendo bisogno di denaro da investire a Palermo, sequestra
il piccolo Antonino Caruso. Vito Ciancimino, intanto, è diventato
sindaco di Palermo. Il 5 maggio 1971 Riina ordina a due suoi soldati
l'omicidio del procuratore Pietro Scaglione. Nel corso dell'agguato
viene ucciso anche il maresciallo Lo Russo. Totò decide di partire
insieme a Ninetta; i due si fanno una foto insieme e la mandano ad
Arcangela (sorella di Totò). La foto viene trovata durante una
perquisizione e per questo motivo Ninetta ricevette una lettera che la
invita ad andare al tribunale per allontanarla da Corleone. Durante il
processo, un uomo di Riina va a casa di Biagio e con la scusa di vedere
un appartamento, la porta al terzo piano di un palazzo in costruzione.
Teresa e Antonio (moglie e figlio di Schirò) vengono liberati soltanto
quando il giudice non manda al confino Ninetta. Don Michele Greco
sceglie Totò come suo prediletto. Totò e Ninetta si sposano. Luciano
Liggio viene arrestato a Milano dal commissario Angelo Mangano (1974) :
così Riina diventa capo supremo del clan dei corleonesi. Due soldati di
Riina, incaricati di uccidere Giuseppe Di Cristina, sbagliano e
uccidono l'autista. Alcuni boss (Calderone, Badalamenti, lo stesso Di
Cristina) cominciano ad avere dei rapporti freddi con Totò. Nella
successiva riunione della commissione Totò chiede la vita di Di
Cristina, Pippo Calderone e di Tano Badalamenti. Gli viene concessa
solo quella di Di Cristina, ma lui uccide anche Calderone.
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4° PuntataAll'inizio
della quarta puntata troviamo da una parte Schirò e il commissario
Boris Giuliano con i suoi uomini che vanno all'aeroporto di Punta Raisi
di Palermo per arrestare dei chimici francesi, giunti in Sicilia per
insegnare a Francesco Marino Mannoia (chimico della famiglia Bontade) a
tagliare la droga, e dall'altra parte una riunione tra i più grandi
boss mafiosi. Appena la polizia arriva all'aeroporto, il commissario
Giuliano riceve una telefonata nella quale gli viene riferito che non è
possibile arrestare i due francesi per mancanza di prove. Peppe (che
aveva un fratello in fin di vita), soldato di Bontade, accompagna Totò
a casa. Egli riceve una grande somma di denaro per curare il fratello
in America. Intanto Totò ha avuto due bambini da Ninetta (Concetta e
Giovanni) e adesso aspettano un altro bambino. Schirò e il commissario
Boris Giuliano scovano la raffineria dei Corleonesi. Dopo qualche
indagine Schirò scopre un'altra raffineria (questa volta di proprietà
di don Bontade); Marino Mannoia viene arrestato. Al rientro al
commissariato, Boris Giuliano riceve una telefonate intimidatoria. A
Punta Raisi viene trovata una valigia piena di denaro, indirizzata al
boss Bontade. Quest'ultimo a questo punto perde la pazienza e chiama ai
suoi amici a Roma per lamentarsi del fatto che Giuliano sta esercitando
troppa pressione. Per questo motivo chiede di farlo trasferire a Roma
minacciando di ucciderlo in caso contrario. Boris manda la sua famiglia
in vacanza in montagna con la promessa di raggiungerli nella settimana
successiva, ma qualche giorno dopo viene ucciso in un bar da Leoluca
Bagarella (Luchino). Intanto in città c'è qualcuno che spaccia droga
tagliata male. Totò Riina scopre chi è il responsabile. Si tratta di un
certo Tanino, braccio destro di Salvatore Inzerillo, al quale Tanino
sottrae la droga che rivende. Totò cerca di "accaparrarsi" l'amicizia
del cattivo spacciatore. Ninetta ha appena partorito il suo terzo
figlio (Giuseppe). Si reca in una clinica di Palermo. Dopo aver
partorito viene vista da Teresa (la moglie di Biagio Schirò)che aveva
appena scoperto di essere incinta. Venuto a conoscenza dell'accaduto,
Totò manda dei suoi soldati ad uccidere Teresa che fugge in preda alla
paura. Appena il marito la trova, la vede con le gambe insanguinate: ha
perso un figlio. Teresa decide di partire e va a Roma con suo figlio
Antonio. Dopo qualche tempo viene raggiunta dal marito. Dopo un
discorso fatto con Schirò, il giudice Gaetano Costa firma i mandati
d'arresto per tutti i boss di Palermo e viene di conseguenza ucciso dai
Bontade. Nel frattempo, all'ufficio istruzione di Palermo viene mandato
Cesare Terranova. Totò fa uccidere Terranova. Appena i Palermitani
vengono a saperlo, decidono di eliminare u Curtu. Totò cambia
abitazione (poiché quella dove risiedeva era di proprietà di Stefano
Bontade). Tutti i palermitani sono ora contro Totò. Con l'aiuto di
Tanino e Peppe, Riina riesce a sfuggire a tutti gli attentati e dopo
poco tempo fa uccidere Stefano Bontade e Salvatore Inzerillo e le loro
famiglie. Quella che viene definita la "seconda guerra di mafia"
produce numerosissimi morti. Alla fine della puntata, Johnny Gambino,
il più grande boss americano, giunge a Palermo per cercare di fermare
gli omicidi. Totò Riina assicura e convince che non verrà ucciso più
nessun uomo d'onore.
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5° Puntata
La
quinta puntata inizia con Pio La Torre, segretario regionale comunista,
che da una parte fa un dibattito a Corleone per impedire la costruzione
di una base militare a Comiso e dall'altra parte con la Commissione
riunita. Nella commissione vi è un certo Apuzzo, un carissimo amico di
Tommaso Buscetta che finge di essere fedele a Totò Riina. Il
commissario Mangano, ormai pensionato, consiglia ai magistrati di
Palermo (che volevano combattere la mafia a tutti i costi) Schirò come
jolly per trovare tutti i più grandi latitanti e torna a Corleone per
dire a Schirò di andare a Palermo per lavorare con Giovanni Falcone,
Paolo Borsellino e Rocco Chinnici. Totò, mentre gioca con suo figlio
(Giovanni),intanto Ninetta è dinuovo incinta e si sta preoccupando per
le idee del marito. Totò allora decide di chiamare un paio di suoi
soldati e ordina l'omicidio di Pio La Torre. Carlo Alberto Dalla Chiesa
viene mandato a Palermo. La prima azione del generale Dalla Chiesa è
quella di mandare dei suoi uomini a perquisire l'esattoria di Ignazio
Salvo. Poco dopo Carlo Alberto Dalla Chiesa viene ucciso dai "soldati"
di Riina e di Nitto Santapaola. Viene ucciso anche Rocco Chinnici.
Intanto Apuzzo si reca in Brasile da Tommaso Buscetta. Totò ne viene a
conoscenza e fa uccidere lui e tutti i parenti di Buscetta. Don Masino
viene arrestato per traffico di eroina. Nella prigione brasiliana viene
torturato, ma non parla. Viene trasferito in Italia e comincia a
collaborare con Giovanni Falcone, al quale spiega la struttura di Cosa
Nostra. Dopo l'interrogatorio vengono arrestate centinaia e centinaia
di persone (tra queste anche Vito Ciancimino). Il 28 luglio 1985 viene
assassinato il commissario Giuseppe Montana. Dell'omicidio viene
accusato un giovane. Portato in caserma, Giacalone (appuntato della
polizia) si lascia trasportare dalla violenza e uccide il ragazzo.
Ninni Cassarà informa Falcone e viene aperta un'inchiesta dalla
magistratura sull'accaduto. Teresa e Antonio (moglie e figlio di
Schirò), che erano a Roma, tornano intanto a Palermo. Il 6 agosto 1985
Ninni Cassarà viene ucciso sotto gli occhi della moglie e dei figli.
Intanto, nella casa circondariale dell'Asinara (in Sardegna), Falcone e
Borsellino preparano il Maxi-processo che, qualche giorno dopo, inizia
i suoi lavori. Al termine del processo, Riina e Provenzano vengono
condannati in contumacia mentre Michele Greco e Luciano Liggio e molti
altri, presenti in aula di tribunale, vengono pure condannati
all'ergastolo. La puntata si conclude con una sparatoria dove troviamo
da una parte Schirò e dall'altra Vito Maranza e Leoluca Bagarella.
L'esito della sparatoria è un morto (Vito Maranza) un ferito grave
(Biagio Schirò).
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6° Puntata
Biagio
Schirò è ferito gravemente a causa della sparatoria con Leoluca
Bagarella e Vito Maranza. Viene portato all'ospedale e fortunatamente
si salva. Totò Riina è nervoso poiché è stato condannato all'ergastolo.
Ignazio Salvo rassicura Totò dicendogli che la sentenza verrà
modificata in Cassazione. Totò ordina a Luchino il pedinamento di
Ignazio Salvo. Per il titolo di capo dell'ufficio istruzione di Palermo
ci sono due candidati: Giovanni Falcone e Antonino Meli. La nomina di
Falcone sembra scontata, ma il ruolo viene invece affidato a Meli.
Riina ordina l'assassinio di Falcone a Scarpuzzedda e a Luchino. Pino
organizza un attentato alla casa al mare del giudice all'Addaura,
presso Mondello, ma fallisce. Nei giorni seguenti Pino Scarpuzzedda
compie due rapine nella zona di Aglieri, uno in una gioielleria e
l'altro al Banco di Sicilia. U curtu lo fa eliminare. Falcone viene
trasferito a Roma. Ninuzzo Schirò decide di seguire le orme del padre
diventando anche lui poliziotto. La revisione della sentenza del
Maxi-processo non avviene neanche in Cassazione e Totò fa uccidere
Salvo Lima. Qualche giorno dopo Totò Riina e Giovanni Brusca si
incontrano per organizzare l'attentato a Falcone. Il giudice, recatosi
a Palermo, viene ucciso con il tritolo al bivio di Capaci, insieme alla
moglie e alla scorta. Circa due mesi dopo viene ucciso anche Paolo
Borsellino. Dopo la morte di Falcone, Borsellino si era dedicato
totalmente alla ricerca degli assassini dell'amico e per questo era
necessario eliminarlo. Alcuni soldati di Totò, su suo ordine, uccidono
Ignazio Salvo. Intanto Vito Ciancimino viene contattato da un capitano
dei carabinieri nel tentativo di trattare con i Corleonesi per porre
fine alle stragi. Totò Riina decide di trattare con lo Stato e prepara
un "papello" con tutte le sue richieste. Una sera, mentre viaggia a
bordo della sua auto, viene fermato e portato in carcere Baldassarre di
Maggio (Balduccio). Anche lui decide di diventare un collaboratore di
giustizia e fa arrestare Totò, rivelandone il nascondiglio. Dopo
l'arresto, Ninetta e i suoi figli (Concetta, Giovanni, Giuseppe e
Lucia) tornano a Corleone. A casa di Totò, Luchino, Binnu e Giovanni
Brusca prendono tutti i documenti che potrebbero essere ancor
compromettenti. La puntata termina con un commovente dialogo tra Schirò
e Riina.
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Mimmor by Peppe77:
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pass: peppe77
Qualità:SATrip
Dimensione: 1000 Mb
Formato: avi/divx