AUDIO/VIDEO 9
titolo originale The King
nazione U.S.A. / Gran Bretagna
anno 2005
regia James Marsh
genere Drammatico
durata 105 min.
distribuzione DNC
cast G. García Bernal (Elvis) • W. Hurt (David) • P. James (Malerie Sandow) • P. Dano (Paul) • L. Harring (Twyla)
sceneggiatura M. Addica • J. Marsh
musiche M. Lichtenstein
fotografia E. Bryld
montaggio J. Godfrey
Elvis
Valdarez, riformato dalla Marina Americana, decide di tornare a casa.
Una casa mai vista e mai abitata, dove vive suo padre, il pastore
battista David Sandow. Conosciuto attraverso i racconti della madre
ormai defunta, David Sandow è l'unico "luogo" in cui Elvis può andare,
l'unica persona che può interrogare per scoprire il proprio passato,
per apprendere le sue origini. Ma la sua auto di seconda mano si fa
presto notare a Corpus Christi, nel Texas, dove il padre vive e si
accompagna a una moglie devota e ai figli Paul e Malerie. Padre di
famiglia e padre (spirituale) della comunità, David non sembra gradire
i rigurgiti del passato né tantomeno il figlio illegittimo. Allontanato
e rifiutato bruscamente, Elvis diviene la nemesi della famiglia Sandow,
di cui corteggerà la figlia/sorellastra ben oltre la soglia di casa.
Usurpato il fuoco domestico, Elvis li trascinerà con sé all'inferno.
Presentato
a Cannes 2005 nella sezione "Un Certain Regard", il primo
lungometraggio del blasonato documentarista James Marsh è una tragedia
che nasce da un abbandono e da un non riconoscimento. Elvis, il
personaggio creato dalla penna di Milo Addica (nominato all'Oscar per
Monster's Ball) e di James Marsh, è l'eroe tragico di una provincia
americana che ricerca la vendetta e ottiene l'annientamento di
un'intera famiglia. Inconsapevole, come l'Edipo di Sofocle che incontrò
e amò sua madre, Elvis incontra e innamora la sorellastra; come Edipo è
portatore di hybris, orgoglio gratuito ed aggressivo. L'ambizione
smodata di Elvis, un ambiguo Gael Garcia Bernal, è ottenere l'amore del
padre ma il pastore, un William Hurt superlativo e figlio di un dio
maggiore, nega per la seconda volta l'affetto a quel figlio smarrito,
provocandone l'ira. La privazione si trasforma allora in desiderio di
potere, il padre diventa re da usurpare con un gesto finale: Elvis,
dentro un fast-food, si confeziona una corona di carta e si proclama re.
L'incapacità
del padre e del figlio di accettare il compromesso, la rielaborazione
del passato e del peccato, non può che portare alla catastrofe dei
contendenti e di tutti quelli che dipendono da loro. Scritto da un
agnostico e da un cristiano convertito, The King è tragico e mistico
insieme. In tempi bui per la ragione e per l'uomo al protagonista,
fatto scempio di sé e degli altri, non rimane che affidarsi alle mani
dell'unico (forse) Re.
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