AUDIO/VIDEO 8
Titolo originale: Supernova
Nazione: Usa
Anno: 2000
Genere: Fantascienza/Thriller
Durata: 90'
Regia: Thomas Lee (Walter Hill)
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Sceneggiatura: William Malone, David Campbell Wilson, Thomas Wheeler, Daniel Chuba e Cathy Rabin
Cast: James Spader, Robert Forster, Angela Bassett, Robin Tunney, Peter Facinelli, Wilson Cruz, Lou Diamond Phillips.
Produzione: MGM, Screenland e United Artists
Distribuzione: Uip
Effetti speciali: Thomas L. Fisher, Scott R. Fisher, Mark Stetson, Hammerhead Productions e Digital Domain
Trucco: Gary Liddiard, Patrick Tatopoulous Designs e Mike Smithson
Fotografia: Lloyd Ahern
Montaggio: Freeman Davies
Musiche: Steven R. Bernstein
Scenografie: Marek Dobrowolski
TRAMA
L'astronave
medica Nightingale (usignolo) e il suo striminzito equipaggio ricevono
un'insolita richiesta d'aiuto da quella che dovrebbe essere una miniera
disabitata. Deciso di raggiungere il distante planetoide, la missione
inizia nel peggiore dei modi: nell'effettuare il salto iperspaziale il
capitano finisce fuso con la cabina di protezione, la nave viene
danneggiata e rischia di schiantarsi per l'attrazione causata dalla
vicinanza di una supernova. Preso contatto con il bisognoso, questi
spiega di essere un ladruncolo abbandonato dai soci sul planetodie e,
attenzione, il figlio dell'ex (e molto odiato) amante della dottoressa;
con sè porta anche un misterioso contenitore sbarluccicante, che causa
una strana attrazione in chi lo avvicina. In breve il ladruncolo fa
fuori mezzo equipaggio, blocca il neo-capitano sul planetoide e si
appresta a fuggire con la dottoressa: il contenitore infatti contiene
una forma di energia a nove dimensioni (?) in grado di ringiovanire e
potenziare chiunque la tocchi e, peggio, se liberata a dar vita ad una
rinascita cosmica...
RECENSIONE
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Il
film doveva essere diretto da Geoffrey Wright, silurato poco prima
delle riprese, e la macchina da presa fu messa nelle mani di Walter
Hill che rimaneggiò ampiamente anche la sceneggiatura. Finito il
girato, il regista voleva cambiare alcune sequenze di cui non era
convinto, la produzione preferiva aspettare una proiezione di verifica,
Hill s'incazzò e mollò il film ancora allo stato grezzo. Disperati, i
produttori chiamarono nientemeno che Francis Ford Coppola per curare il
montaggio, il quale però non si fece accreditare (per rispetto verso
l'amico Hill o forse per coscienza del disastro ottenuto) e, cigliegina
sulla torta, Hill disconosce la paternità della pellicola e come
regista finisce un nome inventato di sana pianta (tocco originale: non
il solito Alan Smithee).
E da tutto questo, come poteva uscirne un
buon film? La trama non è certo delle migliori, pregna com'è di banali
colpi di scena (alzi la mano chi non aveva intuito la faccenda
padre/figlio fin dall'inizio), tecno-bubbole come nemmeno in STAR TREK:
VOYAGER e psicologie tagliate col rasoio: certo, bisognerebbe vedere
come la sceneggiatura sia stata rimaneggiata e massacrata (in alcuni
momenti si intuisce che, forse, il film voleva prendere ben altra piega
dall'essere un simil-ALIEN), ma ciò che conta è il risultato finale, e
questo è molto sconfortante.
Se il film comincia bene con un inizio
lento e quasi "meditativo" (bello, seppur non originale, il rapporto
fra Spader e Bassett), presto la storia accelera la sua narrazione
sparando in pochi minuti tutte le sue cartucce (l'inutile morte del
capitano, l'equipaggio che viene fatto fuori si può dire in un batter
d'occhio), e arrivando ad un finale inutilmente dilatato e prevedibile,
con un tocco di ridicolo nell'ultima scena. Più interessante sarebbe
stato concentrarsi sull'oggetto e i suoi effetti piuttosto che
risolvere tutto in una "caccia allo psicopatico", che peraltro non ha
il carisma e la perversione necessari ad essere spettacolare.
Certo,
considerando la travagliata produzione grossi buchi non ce ne sono (a
parte l'assurdità della cabine di protezione contate su una nave medica
e l'insopportabile computer-senziente, altro spunto male gestito), ma è
proprio la storia a non decollare mai, tarpata dall'accelerazione
dell'intreccio e da spunti appena accennati.
Una lode va comunque
agli interpreti, tutti bravi (e pensare che la Bassett ha rinunciato ad
X-MEN per questo film!), e ad alcune trovate registiche non proprio
banali.
Il resto, comunque, è un pasticcio voluto e cercato che
nemmeno si è tentato di salvare con un battage pubblicitario adeguato:
ma, si sa, certi privilegi spettano solo ad altre pellicole.
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