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Italia, 1993, commedia
Regia: Gabriele Salvatores
con Silvio Orlando, Francesca Neri, Antonio Catania; Renato Carpentieri, Claudio Bisio
In
una domenica di elezioni in un paesino del Sud, quattro disoccupati
disperati – tre meridionali e un eritreo – occupano il seggio
elettorale e prendono in ostaggio, per caso, la figlia del ras politico
della zona. L'intervento armato per ristabilire il normale svolgimento
delle elezioni viene rimandato al calar della notte. Dopo la
quadrilogia del viaggio (e della fuga), il 7° film di G. Salvatores
punta su una situazione bloccata, un assedio. Le affinità con i film
precedenti esistono, anche le astuzie, gli stereotipi, il barcamenarsi
tra le mode e l'impegno, tra cinema d'autore e cinema di spettacolo. Si
fanno molte chiacchiere sull'impossibilità di fare un film, o di
scrivere un romanzo, sull'Italia di oggi. Salvatores ci ha provato con
un film sul presente, senza nostalgie del passato, e ha dato la parola
ai reietti, agli emarginati, ai disoccupati. Ha lasciato spazio al rap
degli Assalti Frontali e dei 99 Posse. Senza la loro musica il film
perde molto del suo senso e della sua forza. Nonostante errori,
scompensi, ingenuità e furbizie, il film va a segno
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