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Dopo solo tre mesi dall’uscita di Assassin’s Creed per PS3 e Xbox360, abbiamo l’opportunità di vestire nuovamente i panni del misterioso e carismatico Altair. E’ bizzarro notare che, a fronte di un lasso temporale così breve, possiamo disporre già di uno spin-off. Questa “anomalia” ci fa pensare ad una mossa puramente commerciale atta a sfruttare un brand nuovo, vista anche la base di ben cinquantamilioni di Nintendo DS sparsi nel mondo. Sarà davvero così?
In che anno siamo?
La storia è ambientata nel Medio Oriente del 1190. Dopo il brevissimo filmato introduttivo, avrete subito il controllo di Altair (il nome lo sapete poiché conoscete il personaggio, altrimenti non viene menzionato). Qual è la vostra missione vi sarà spiegato più avanti dal vostro superiore. Dovrete recuperare un oggetto importantissimo, chiamato “Il Calice”, l’unica speranza per sconfiggere i templari e riportare la pace. Dimenticatevi tutto quello che avete appreso nel capitolo su home console poiché questo prequel è completamente slegato dal suo “successore”. Niente esperimenti scientifici, niente ricordi da rivivere, siete proprio in Medio Oriente all’epoca delle crociate. La trama è veramente ridotta all’osso, non c’è quell’enfasi che ha caratterizzato il primo Assassin’s Creed; sembra come se il gioco vi dica: “ tu sei Altair, devi sconfiggere i cattivi e recuperare l’oggetto sacro cosi da riportare tutto alla normalità”. Ogni volta che porterete a termine una missione vi sarà svelato un pezzo di storia. Sinceramente ci saremmo aspettati uno sforzo in più sul lato narrativo e non due righe buttate lì giusto per darvi uno scopo.
Assassin of Persia
La versione per Nintendo DS è del tutto diversa rispetto a quella per Xbox360/PS3. In quest’ultima potevate esplorare le città a vostro piacimento e interagire con l’ambiente circostante. Per ovvie questioni dovute alla limitatezza hardware del portatile Nintendo, si è dovuto cambiare il gameplay nelle sue basi. Il risultato finale è un mix tra un’evoluzione di Prince of Persia per telefoni cellulari e Altair con le sue abilità stealth e d’assassinio. Non vi è data nessuna possibilità di girovagare per la città: il concetto è di partire da un punto A fino ad arrivare ad un punto B. Per facilitare la vostra avventura, troverete spesso e volentieri dei comodi check points, una media di quattro, cinque in ogni livello. Passerete la maggior parte del tempo sui tetti, poiché, come ci ricorda Altair ogni volta, è la via più sicura. Dovrete stare attenti a non farvi scoprire dalle guardie utilizzando le vostre abilità da assassini, oppure affrontarle a viso aperto spada in mano. Affrontando il tema del combattimento corpo a corpo si possono analizzare diversi aspetti. Innanzitutto l'I.A. dei nemici è molto scarsa. Quando vi ritroverete accerchiati da tre o quattro templari, saranno tanto cavallereschi da attaccarvi uno per volta, dandovi così la possibilità di ucciderli pian piano senza essere disturbati. In aggiunta ogni volta che eliminerete un nemico, una sfera rossa uscirà dal corpo del malcapitato e vi ripristinerà un po’ della vostra salute. Gli attacchi si dividono in “leggeri” e “pesanti”, assegnati rispettivamente ai tasti Y e X. Le combo disponibili sono limitate e, a dirla tutta, basterà premere di continuo il pulsante d’attacco per avere la meglio sugli avversari. Combattere è la parte noiosa del gioco, poiché non offre nessuna sfida, soprattutto dopo avere potenziato la spada in vostro possesso. Si, avete capito bene, tramite la raccolta di sfere blu possiamo upgradare la barra dell’energia oppure la potenza della nostra arma. Questi preziosi globi possono essere ottenuti anche dall’uccisione dei nemici. Avrete a disposizione anche una balestra, utile solo in due occasioni, bombe esplosive e fumogene. Tutto questo ben di Dio vi sarà di poco aiuto, visto che la spada vi basterà per eliminare tutti i vostri avversari.
Un altro aspetto che ci ha lasciato perplessi è l’acquisizione delle abilità. Quest’ultime vengono apprese semplicemente progredendo nel gioco, praticamente a fine livello potreste “di colpo” imparare ad usare la balestra oppure ad eseguire il triplo salto carpiato. Un appiattimento del gameplay che abbiamo trovato assurdo, come se tutto d’un tratto vi ricordaste di saper fare un qualcosa che prima nemmeno vi sareste immaginati.
Il sistema di controllo è completamente affidato alla croce direzionale. Preciso e intuitivo, dopo pochi minuti sarete in grado di utilizzare al meglio il vostro alter ego virtuale senza troppi sforzi.
Affinché il touch screen avesse ragione di esistere, i ragazzi della Gameloft hanno implementato due minigiochi, il borseggio e la tortura. Il primo consiste nel tirar fuori la chiave dalla borsa del malcapitato senza che se ne accorga. Per riuscirvi dovrete trascinare l’oggetto in questione senza toccare gli altri presenti nella bisaccia. Un’operazione veramente elementare. Il secondo è la copia spudorata del gioco musicale Elite Beat Agents. In sostanza avremo un disegno raffigurante la schiena di un uomo, su di essa appariranno dei numeri da toccare non appena il cerchio attorno ad essi diventa verde.
Quello che ci porta a paragonare Prince of Persia con il titolo sotto recensione è la stessa identica meccanica di gioco proposta. Potrete arrampicarvi sui muri, saltare da un’asta di legno all’altra, camminare in equilibrio sulle travi, utilizzare un gancio come una liana per coprire distanze impossibili da superare con i normali salti.
Aspetto Tecnico
Il titolo riesce a sfruttare bene la potenza hardware del portatile a due schermi Nintendo. Il risultato finale è gradevole alla vista, condito con animazioni davvero ben fatte. Pregevole la realizzazione del triplo salto di Altair: mentre è in sospensione si può notare come giri su stesso per poi aggrapparsi alla sporgenza più vicina. Ogni tanto ci sono dei piccoli rallentamenti che diventano più frequenti nei momenti caotici, ma non disturbano eccessivamente l’azione di gioco. Il comparto sonoro all’inizio è suggestivo, peccato risulti ripetitivo e alla lunga diventi quasi insopportabile. La longevità è veramente bassa, si parla di quattro, cinque ore per terminarlo. Una volta completato potrete giocarlo a livello difficile, ma non si sblocca nessun altro extra che ne giustifichi una seconda partita. Da notare la presenza d’alcuni bug, per esempio un’area in cui le guardie non finiscono mai di arrivare (questo vi da la possibilità di raccogliere tutte le sfere blu che volete fino a quando avrete pazienza di farlo), oppure puzzle e situazioni pericolose che possono essere evitati passando per strade diverse e infine checkpoints che non salvano l’esatta posizione (potrebbe capitarvi, come è successo al sottoscritto, di cadere mentre ne attivate uno…ho dovuto ricominciare da capo poiché ogni volta che caricavo il gioco, mi aspettava una morte inappellabile.
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Dopo solo tre mesi dall’uscita di Assassin’s Creed per PS3 e Xbox360, abbiamo l’opportunità di vestire nuovamente i panni del misterioso e carismatico Altair. E’ bizzarro notare che, a fronte di un lasso temporale così breve, possiamo disporre già di uno spin-off. Questa “anomalia” ci fa pensare ad una mossa puramente commerciale atta a sfruttare un brand nuovo, vista anche la base di ben cinquantamilioni di Nintendo DS sparsi nel mondo. Sarà davvero così?
In che anno siamo?
La storia è ambientata nel Medio Oriente del 1190. Dopo il brevissimo filmato introduttivo, avrete subito il controllo di Altair (il nome lo sapete poiché conoscete il personaggio, altrimenti non viene menzionato). Qual è la vostra missione vi sarà spiegato più avanti dal vostro superiore. Dovrete recuperare un oggetto importantissimo, chiamato “Il Calice”, l’unica speranza per sconfiggere i templari e riportare la pace. Dimenticatevi tutto quello che avete appreso nel capitolo su home console poiché questo prequel è completamente slegato dal suo “successore”. Niente esperimenti scientifici, niente ricordi da rivivere, siete proprio in Medio Oriente all’epoca delle crociate. La trama è veramente ridotta all’osso, non c’è quell’enfasi che ha caratterizzato il primo Assassin’s Creed; sembra come se il gioco vi dica: “ tu sei Altair, devi sconfiggere i cattivi e recuperare l’oggetto sacro cosi da riportare tutto alla normalità”. Ogni volta che porterete a termine una missione vi sarà svelato un pezzo di storia. Sinceramente ci saremmo aspettati uno sforzo in più sul lato narrativo e non due righe buttate lì giusto per darvi uno scopo.
Assassin of Persia
La versione per Nintendo DS è del tutto diversa rispetto a quella per Xbox360/PS3. In quest’ultima potevate esplorare le città a vostro piacimento e interagire con l’ambiente circostante. Per ovvie questioni dovute alla limitatezza hardware del portatile Nintendo, si è dovuto cambiare il gameplay nelle sue basi. Il risultato finale è un mix tra un’evoluzione di Prince of Persia per telefoni cellulari e Altair con le sue abilità stealth e d’assassinio. Non vi è data nessuna possibilità di girovagare per la città: il concetto è di partire da un punto A fino ad arrivare ad un punto B. Per facilitare la vostra avventura, troverete spesso e volentieri dei comodi check points, una media di quattro, cinque in ogni livello. Passerete la maggior parte del tempo sui tetti, poiché, come ci ricorda Altair ogni volta, è la via più sicura. Dovrete stare attenti a non farvi scoprire dalle guardie utilizzando le vostre abilità da assassini, oppure affrontarle a viso aperto spada in mano. Affrontando il tema del combattimento corpo a corpo si possono analizzare diversi aspetti. Innanzitutto l'I.A. dei nemici è molto scarsa. Quando vi ritroverete accerchiati da tre o quattro templari, saranno tanto cavallereschi da attaccarvi uno per volta, dandovi così la possibilità di ucciderli pian piano senza essere disturbati. In aggiunta ogni volta che eliminerete un nemico, una sfera rossa uscirà dal corpo del malcapitato e vi ripristinerà un po’ della vostra salute. Gli attacchi si dividono in “leggeri” e “pesanti”, assegnati rispettivamente ai tasti Y e X. Le combo disponibili sono limitate e, a dirla tutta, basterà premere di continuo il pulsante d’attacco per avere la meglio sugli avversari. Combattere è la parte noiosa del gioco, poiché non offre nessuna sfida, soprattutto dopo avere potenziato la spada in vostro possesso. Si, avete capito bene, tramite la raccolta di sfere blu possiamo upgradare la barra dell’energia oppure la potenza della nostra arma. Questi preziosi globi possono essere ottenuti anche dall’uccisione dei nemici. Avrete a disposizione anche una balestra, utile solo in due occasioni, bombe esplosive e fumogene. Tutto questo ben di Dio vi sarà di poco aiuto, visto che la spada vi basterà per eliminare tutti i vostri avversari.
Un altro aspetto che ci ha lasciato perplessi è l’acquisizione delle abilità. Quest’ultime vengono apprese semplicemente progredendo nel gioco, praticamente a fine livello potreste “di colpo” imparare ad usare la balestra oppure ad eseguire il triplo salto carpiato. Un appiattimento del gameplay che abbiamo trovato assurdo, come se tutto d’un tratto vi ricordaste di saper fare un qualcosa che prima nemmeno vi sareste immaginati.
Il sistema di controllo è completamente affidato alla croce direzionale. Preciso e intuitivo, dopo pochi minuti sarete in grado di utilizzare al meglio il vostro alter ego virtuale senza troppi sforzi.
Affinché il touch screen avesse ragione di esistere, i ragazzi della Gameloft hanno implementato due minigiochi, il borseggio e la tortura. Il primo consiste nel tirar fuori la chiave dalla borsa del malcapitato senza che se ne accorga. Per riuscirvi dovrete trascinare l’oggetto in questione senza toccare gli altri presenti nella bisaccia. Un’operazione veramente elementare. Il secondo è la copia spudorata del gioco musicale Elite Beat Agents. In sostanza avremo un disegno raffigurante la schiena di un uomo, su di essa appariranno dei numeri da toccare non appena il cerchio attorno ad essi diventa verde.
Quello che ci porta a paragonare Prince of Persia con il titolo sotto recensione è la stessa identica meccanica di gioco proposta. Potrete arrampicarvi sui muri, saltare da un’asta di legno all’altra, camminare in equilibrio sulle travi, utilizzare un gancio come una liana per coprire distanze impossibili da superare con i normali salti.
Aspetto Tecnico
Il titolo riesce a sfruttare bene la potenza hardware del portatile a due schermi Nintendo. Il risultato finale è gradevole alla vista, condito con animazioni davvero ben fatte. Pregevole la realizzazione del triplo salto di Altair: mentre è in sospensione si può notare come giri su stesso per poi aggrapparsi alla sporgenza più vicina. Ogni tanto ci sono dei piccoli rallentamenti che diventano più frequenti nei momenti caotici, ma non disturbano eccessivamente l’azione di gioco. Il comparto sonoro all’inizio è suggestivo, peccato risulti ripetitivo e alla lunga diventi quasi insopportabile. La longevità è veramente bassa, si parla di quattro, cinque ore per terminarlo. Una volta completato potrete giocarlo a livello difficile, ma non si sblocca nessun altro extra che ne giustifichi una seconda partita. Da notare la presenza d’alcuni bug, per esempio un’area in cui le guardie non finiscono mai di arrivare (questo vi da la possibilità di raccogliere tutte le sfere blu che volete fino a quando avrete pazienza di farlo), oppure puzzle e situazioni pericolose che possono essere evitati passando per strade diverse e infine checkpoints che non salvano l’esatta posizione (potrebbe capitarvi, come è successo al sottoscritto, di cadere mentre ne attivate uno…ho dovuto ricominciare da capo poiché ogni volta che caricavo il gioco, mi aspettava una morte inappellabile.