Titolo Originale: RAN
Regia: Akira Kurosawa
Interpreti:
Tatsuya Nakadai, Akira Terao, Jinpachi Nezu, Daisuke Ryu, Mieko Harada,
Yoshiko Miyazaki, Hisashi Igawa, Masayuki Yui
Durata: h 2.40
Nazionalità: Giappone, Francia 1985
Genere: drammatico
Tragico
viaggio verso la follia e la morte di Hidetora, signore e tiranno
giapponese della guerra, che divide il suo principato tra i tre figli
ingrati. Prima di spegnersi pronuncia una condanna senza rimedio
dell'intera umanità. Ridotta all'osso la trama di Re Lear, con Ran
(caos, follia) Kurosawa ha fatto un grande film sul disfacimento e il
crollo del mondo. Dopo una 1ª parte espositiva nella 2ª i momenti di
canto alto sono parecchi. (fonte: il MORANDINI 2008, di Laura, Luisa e
Morando Morandini)
RECENSIONE:
SPOILER [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
“Ran”,
parola giapponese che significa “disordine”, “caos”, è anche il titolo
di uno dei più famosi film del maestro del cinema nipponico Akira
Kurosawa, che nel 1985 ha realizzato questa megaproduzione ad alto
budget, una vera e propria summa dell’opera del leggendario regista,
autore di pellicole quali “Rashomon” e “I sette samurai”. Sceneggiato
dallo stesso Kurosawa, “Ran” è liberamente ispirato ad una delle più
cupe tragedie di William Shakespeare, “King Lear”, riadattata secondo
la poetica del grande cineasta attraverso le regole del genere
jidaigeki (il filone dei film storici giapponesi) e del teatro Nō.
Questa volta invece delle tre figlie femmine ci sono tre principi, ai
quali è affidato il regno dell’anziano monarca Hidetora, capo supremo
del clan degli Ichimonji, interpretato sullo schermo dall’attore
Tatsuya Nakadai, che era già stato diretto da Kurosawa nel precedente
“Kagemusha” (1980), una pellicola analoga sul tema del potere e dei
suoi effetti su chi lo detiene.
La storia si apre con
l’abdicazione del Re Hidetora, seguita dall’esplosione della feroce
rivalità tra i suoi due figli maggiori, Taro e Jiro, la cui spietata
ambizione sarà causa di morte e sofferenza; nel frattempo la moglie del
Principe Taro, la diabolica Lady Kaede, complotta nell’ombra per
portare a termine la propria vendetta contro il clan degli Ichimonji,
rei di aver trucidato la sua famiglia. Fondendo l’epica e la tragedia,
il film di Kurosawa si propone come un’inquietante rappresentazione
dell’avidità degli uomini e dell’insensatezza della guerra,
soffermandosi in particolare sulla figura del protagonista, Idetora:
uno spettrale Re Lear che vaga per le montagne in preda alla pazzia, in
compagnia del suo irriverente buffone di corte, e al quale non resta
che contemplare i frutti della propria stoltezza. Emblematico, in tal
senso, il finale della pellicola, in cui Hidetora si troverà a
stringere fra le braccia il cadavere del figlio Saburo, l’unico che gli
si era dimostrato leale, mentre intorno a lui infuria la battaglia; in
questo modo, l’ex-sovrano pagherà con il sangue del figlio per tutte le
stragi e le azioni delittuose commesse nel corso della propria vita. Il
film si chiude con il giovane Tsurumaru, cieco e solo, in piedi
sull’orlo di un precipizio, in un mondo immerso nell’oscurità e senza
più alcun dio.
Fra congiure di palazzo, loschi intrighi
familiari e lotte fratricide, “Ran” mette in scena uno straordinario
affresco della follia umana, con una serie di squarci lirici che
sconfinano nel visionario, grazie anche ad uno stile visivo basato su
grandiose scene di massa e su un magistrale uso in chiave simbolica dei
colori. Lo spettacolare assedio alla fortezza di Hidetora, durante la
tempesta, costituisce un momento di puro cinema: lo spettatore non
sente alcun rumore, e le immagini del massacro sono accompagnate
soltanto dal commento musicale di Tōru Takemitsu, che dà all’intera
sequenza un carattere surreale e da incubo; un incubo che si
concretizza poco dopo, quando il Re Hidetora, ormai privo di senno,
abbandona il castello in fiamme e si allontana verso la brughiera.
Acclamato dalla critica come una pietra miliare nella carriera di
Kurosawa, “Ran” si è aggiudicato il premio Oscar per gli splendidi
costumi di Emi Wada ed ha ricevuto la nomination per la miglior regia,
e resta ancora oggi uno dei massimi capolavori della cinematografia
mondiale. (fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] )
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Migliore regista straniero (Akira Kurosawa)
Premio Oscar per i costumi
NOTA DOLENTE:
Nonostante il film sia uno dei migliori del regista e tale
riconoscimento sia a livello mondiale con tanto di premi occidentali
(vedi sopra), ad oggi non è stato pubblicato il dvd italiano!!!
(Difatti, in giro ;) , si trovan solo tv-rip...!!!)
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