Autore: Primo Levi
Titoli: Se questo è un uomo, La Tregua, I sommersi e i salvati
Nazionalità: Italia
Genere: Autobiografico
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Se questo è un uomo
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Se questo è un uomo venne scritto da Primo Levi fra il dicembre del
1945 e il gennaio del 1947, dopo il suo ritorno dal campo di
concentramento di Auschwitz, dove l’autore era stato rinchiuso dalla
fine del 1943. Pubblicato per la prima volta nel 1947, il romanzo non
ottenne un successo immediato. Nel 1956 la casa editrice Einaudi, la
stessa che ne aveva rifiutato la pubblicazione nove anni prima, lo
accolse fra i "Saggi". Da allora Se questo è un uomo é divenuto un
successo editoriale pubblicato e ristampato in tutto il mondo. Nel
libro viene descritto il periodo di prigionia compreso fra due
terribili inverni nord europei, inverni durante i quali il narratore
vede numerosi suoi compagni morire di stenti a causa delle proibitive
condizioni ambientali, del precario stato igienico-sanitario del campo,
del lavoro massacrante. Levi si trova dinnanzi a un sistema, il lager,
organizzato e finalizzato all’annientamento della dignità umana. Dentro
questo folle progetto di distruzione, l’uomo non riesce più a provare
pietà, non conosce più l’amicizia, la ribellione, la speranza: si cura
solo, assurdamente, di non morire e per questo lotta; combatte per
mantenere in piedi quel mucchietto di ossa, senza altro scopo che non
sia quello di aggiungere sofferenza alla propria condizione. Se questo
è un uomo è un libro rigorosamente semplice e asciutto nella scrittura,
senza domande, ma colmo di riflessioni in grado di sollecitare
costantemente il lettore. Proprio qui sta la sua potenza espressiva,
integra e attuale malgrado tanti anni dalla sua pubblicazione: nel suo
presentarsi ai nostri occhi come un libro impossibile, impossibile da
scrivere e da riscrivere; un romanzo che, trattando di genocidio, sa
portarci in contatto con i misteri più insondabili e raccapriccianti
insiti nella natura umana.
La Tregua
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Nel 1963 Levi scrive un secondo romanzo sul tema delle memorie
dell´olocausto, "La tregua", considerato dalla critica come il
capolavoro più alto dal punto di vista stilistico dello scrittore. La
tregua ha inizio esattamente là dove si interrompe Se questo è un uomo,
cioè con l'arrivo dei russi al campo di Buna-Monowitz la mattina del 27
gennaio del 1945. La narrazione procede col resoconto degli avvenimenti
che tennero dietro all'arrivo dei russi. Giungono i primi rifornimenti,
i primi soccorsi, ragazze polacche "pallide di pietà e di ribrezzo" si
aggirano per il campo occupandosi dei superstiti. I prigionieri ancora
in vita, i malati, i moribondi vengono trasferiti al "Campo Grande" di
Auschwitz dove l'autore, appena giunto, si ammala e avrà modo di
guardarsi intorno e di venire a contatto con una folla di personaggi.
Tutti personaggi ritratti da Levi che assumono qui un valore
emblematico emergente ciascuno con un suo volto dalla folla spettrale
dei superstiti. Ristabilitosi, l'autore abbandona il campo aggregandosi
a coloro che sono in grado di intraprendere il viaggio di ritorno verso
i rispettivi paesi di origine.
I sommersi e i salvati
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L'ultimo romanzo "I sommersi e i salvati" del 1986, ritorna sul tema Auschwitz, ma con toni più riflessivi che narrativi.
Vi è in esso un'analisi delle cause del fenomeno che evidenzia i
meccanismi storici, ideologici e psicologici che hanno messo in moto il
lager della dittatura nazista e soprattutto il rapporto di profonda
ambiguità tra i carnefici e le vittime.
Nel capitolo 9, "I sommersi e i salvati", Levi individua queste due
fondamentali categorie di uomini, che si distinguono assai nettamente.
La quasi totalità dei prigionieri appartiene ai «sommersi», mentre
assai pochi sono i «salvati», pur se molteplici e diversissime sono le
modalità attraverso le quali ci si salva. Quattro sono i «salvati» che
Levi ci propone: Schepschel, Alfred L., Elias, Henri. Questo romanzo
conclude un'avventura letteraria, troncata l'anno successivo con il
suicidio, caratterizzata in tutto il suo iter da un fortissimo richiamo
alla ragione per spiegarsi le assurdità della vita e la sua
irrazionalità intrinseca.
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