Baya Pirata

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    Okami Ps2 MU

    Guy Fawkes
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    Messaggio Da Guy Fawkes Sab Ott 24, 2009 8:35 pm

    Okami Ps2 MU 519P3FXVD2L._SL500_AA280_

    okami recensione
    LA LEGGENDA SECOLARE
    Narra un'antica leggenda del villaggio di Kamiki di come un tempo un
    terribile mostro di nome Orochi, descritto come un'enorme montagna con
    otto teste di serpente, tiranneggiasse la regione, pretendendo ogni
    cento anni il sacrificio di una vergine. Dopo mille anni di supplizi, e
    nove vergini sacrificate, allo scadere del termine secolare si presentò
    al villaggio un lupo dal manto bianco, che gli uomini battezzarono
    “Shiranui”: temendo che si trattasse di un emissario del mostro, il
    prode guerriero Nagi lo affrontò in duello, ma non riuscì neppure a
    colpirlo. Intanto, la freccia del destino di Orochi colpì il tetto
    della casa della bella Nami, promessa sposa di Nagi: sconvolto, il
    guerriero decise che non avrebbe lasciato avvenire il sacrificio senza
    tentare l'impossibile, e affrontò Orochi. Da principio l'impari lotta
    favorì il colossale mostro, ma in soccorso di Nagi giunse Shiranui: il
    lupo aveva il potere di controllare le forze della natura come i venti,
    le acque e la crescita delle piante, riuscendo così ad intralciare
    Orochi quel tanto necessario perché Nagi lo facesse ubriacare di sakè,
    rendendolo vulnerabile alla sua spada Tsukuyomi. Purtroppo, però, il
    valoroso Lupo perì in seguito alla ferite ed agli effluvi venefici del
    mostro. In suo onore fu edificata una statua, accanto a quella di Nagi,
    e Tsukuyomi fu posta a sigillo dello spirito del mostro.
    La nostra storia inizia cento anni dopo questi fatti, quando un
    individuo non meglio identificato si introduce furtivamente nella
    Grotta della Luna per trafugare la sacra spada Tsukuyomi:
    immediatamente, lo spirito di Orochi di libera ed il mostro torna in
    vita, diffondendo come uno Tsunami le sue onde di malvagità che fanno
    ammalare la terra e pietrificano gli uomini. La Ninfa Sakuya,
    protettrice del villaggio di Kamiki, non ha il potere di contrastare un
    simile mostro, ma con le sue ultime forze richiama in vita Shiranui,
    appellandosi al suo vero nome: si tratta infatti nientemeno che
    dell'incarnazione della Dea del Sole Amaterasu Omikami, ribattezzata
    per l'occasione Okami (lupo) Amaterasu. Il divino canide, accompagnato
    da un folletto di nome Issun, dovrà ancora una volta confrontarsi col
    mostruoso Orochi, per il bene delle sue amate creature.

    UN ARCADE IN PUNTA DI PENNELLO
    Okami di base è un'arcade-adventure: questo significa che guideremo il
    nostro lupo attraverso una serie di avventure in cui avranno un ruolo
    fondamentale l'esplorazione e l'azione, sia sottoforma di salti ed
    evoluzioni, sia soprattutto sottoforma di combattimenti rigorosamente
    in tempo reale. Dire solo questo sarebbe però un'eresia nei confronti
    del lavoro dei Clover: se, infatti, l'idea di base è piuttosto comune,
    ciò che in Okami è particolare ed innovativo è la realizzazione. Com'è
    facilmente evincibile da qualsiasi screenshot decidiate di guardare,
    tutto il gioco è realizzato in modo da ricordare una pittura
    tradizionale giapponese, un'opera in punta di pennello su lunghi fogli
    di pergamena a grana grossa. Solo una scelta grafica? Assolutamente no:
    così come il simpaticissimo Issun si vanta di essere un maestro del
    “pennello divino”, anche Amaterasu potrà all'occorrenza mettere in
    campo i suoi poteri tramite la pittura. All'atto pratico, sarà sempre
    possibile “bloccare” l'azione trasformandola in un dipinto
    bidimensionale e interagire tramite un pennello in modo tale da
    modificare la situazione.
    Va da sé che una simile implementazione permette delle ripercussioni
    notevoli in campo di giocabilità: oltre a varie tecniche di
    combattimento eseguibili tramite il pennello, come ad esempio il
    materializzare una Bomba o dissipare col vento le fiamme del nemico,
    saranno presenti molteplici quest e sotto-quest in cui il setoloso
    utensile sarà indispensabile. Manca un ponte? Basta dipingerlo! Il
    mulino ad acqua è rotto? Due colpi di pennello ed è presto riparato!
    Bisogna riempire un enorme secchio? Un po' di inchiostro può facilmente
    trasformarsi in un getto d'acqua! ...e così via, nelle infinite
    possibilità ideate dagli sviluppatori.

    ADDESTRAMENTO LUPESCO
    Le azioni a disposizione di Ammy (come la chiama Issun, quando non
    arriva addirittura a chiamarla “Palla di pelo”) sono parecchie, ma per
    vostra fortuna non sarà necessario sostenere un esasperante tutorial
    per impararle; all'inizio, infatti, queste azioni saranno limitate allo
    stretto indispensabile, e solo in seguito si aggiungeranno, volta per
    volta, tutte le altre. Di base, avrete a disposizione un tasto per
    saltare ed uno per “scattare” in avanti con una spallata, oltre
    ovviamente alla possibilità di correre per il mondo lasciandovi alle
    spalle una scia di fiorellini; a questi si aggiungono i comandi
    circostanziali per interagire con persone e oggetti vari o per grattare
    il terreno in cerca di tesori. Quando si presenta la necessità di
    combattere, circostanza sempre segnalata dalla comparsa di una sorta di
    “barriera energetica”, i comandi si modificheranno: a parte il salto,
    che sarà sempre disponibile, due tasti avranno lo scopo di attivare le
    armi equipaggiate, ossia la primaria e la secondaria. La scelta delle
    stesse è un elemento piuttosto interessante del gioco, in quanto
    qualsiasi arma può essere equipaggiata tanto come primaria quanto come
    secondaria, ma così facendo si modificherà la sua utilità: il “disco
    solare” (arma iniziale) ad esempio si comporta da “lama rotante” se
    equipaggiato come primario o da “scudo difensivo” se secondario, mentre
    i vari tipi di “rosario” possono essere utilizzati tanto come “fruste”
    quanto come “spara-proiettili”.

    A questo ambaradan va naturalmente ad aggiungersi il succitato
    pennello: basterà premere (e trattenere) l'apposito tasto perché
    l'immagine si blocchi e compaia la setola inchiostrata. A questo punto
    potrete letteralmente dipingere ciò che vi occorre, ma naturalmente
    ancora una volta le varie forme e poteri corrispondenti si renderanno
    disponibili solo man mano che l'avventura prosegue. Nella vostra opera
    artistica dovrete sempre fare i conti con un prezioso carburante:
    l'inchiostro. È pur vero che la vostra riserva si ricaricherà
    costantemente nel tempo, ma è anche altrettanto vero che in
    combattimenti complessi o contro molti nemici gli utilizzi del pennello
    si susseguiranno e potreste sul più bello trovati impossibilitati a
    dipingere quelle bellissime e letali bombe che vi piacciono tanto. Non
    solo! Quando il serbatoio di inchiostro arriva a zero, Amaterasu perde
    temporaneamente la sua prestanza divina, diventando un semplice lupo:
    potrà comunque continuare a combattere ad artigliate e morsi, ma finché
    non si sarà riempita almeno parte della riserva non avrà a disposizione
    le sue letali armi.

    GRANA GROSSA, DETTAGLIO FINO
    Inutile girarci intorno: il vero elemento innovativo di Okami, quello
    che lascia abbacinati e senza fiato, è la realizzazione grafica. Il
    motore sfrutta egregiamente il cell-shading, contornando tutti i
    modelli coi tratti “triangolari” tipici del pennello e coprendo tutte
    le textures con l'effetto “grana grossa” della pergamena. Non solo:
    tutte le strutture, i mostri e persino i personaggi, sebbene questi
    ultimi rivisti in chiave un po' comica e grottesca, si rifanno a
    pitture giapponesi tradizionali, tanto che il gioco si “banfa” di
    mostrarci queste pitture ogni volta che incontriamo un nuovo
    avversario. Le ombre in tempo reale sono ben realizzate, ed anche i
    giochi di luce sono molto piacevoli: l'ambiente varia abbastanza
    sensibilmente anche se spegnete un fuoco, senza contare il ciclo
    giorno/notte perfettamente abilitato (ed Amaterasu avrà il potere di
    far comparire a piacere il sole o, più avanti, la luna). Il risultato è
    a dir poco sorprendente, persino mozzafiato. Un difetto? Beh, non che
    sia un vero e proprio “difetto”, quanto piuttosto una “scelta furba”:
    molti elementi grafici, come alberi, cespugli o massi di piccole
    dimensioni, sono realizzati tramite sprite bidimensionali, ma questo
    non costituisce minimamente fonte di fastidio. Dopotutto, l'intero
    gioco cerca di essere più “murale” possibile, no? In compenso, questo
    artifizio ha permesso agli sviluppatori di arricchire gli ambienti con
    un fottio di dettagli e particolari senza per questo dover sacrificare
    il frame rate ad ogni piè sospinto.

    MUSICHE DI KOTO E TAMBURELLO
    Poteva mancare, in questo contesto, una colonna sonora adeguata allo
    stile “antico Giappone”? Ovviamente no: per quanto affiancati da soci
    più moderni, il Koto, il Flauto, il Tamburello e tanti altri strumenti
    musicali nipponici hanno il loro ruolo fondamentale nelle musiche,
    specie nei ritmi incalzanti e suggestivi dei combattimenti, ed anche
    quando sono meno sfruttati, come nei temi d'esplorazione, rimangono
    sempre disponibili per brevi jingle o effetti sonori. I doppiaggi sono
    stati realizzati con un sistema originale quanto la grafica: ad ogni
    personaggio è associato uno strumento musicale o un campionamento
    sonoro peculiare, e quando questo “parla” si odono le note dello
    strumento che cercano di articolare suoni simili alla fonetica
    originale. Un artifizio alla “Pierino e il lupo” (tanto per restare in
    tema di lupi) che contribuisce notevolmente all'atmosfera da fiaba che
    permea tutta la vicenda. È un vero peccato che non sia stata prevista
    la traduzione capillare: ancora una volta, purtroppo, dovremo
    accontentarci dell'Inglese, o a preferenza Francese o Tedesco. Le
    accorate richieste di noi Italiani, così come quelle dei cugini
    Spagnoli e Portoghesi, sono state del tutto ignorate...

    UN GIOCO BELLO E LONGEVO
    Farsi rapire da Okami, a parte per la grafica e l'atmosfera fiabesca
    perfettamente ricreata, è facile anche soltanto grazie al sistema di
    gioco immediato ed incoraggiante: durante le prime missioni verrete
    presi letteralmente per mano, ed anche in seguito i commenti ed i
    suggerimenti di Issun saranno di enorme utilità per evitare di
    perdersi. I primi combattimenti saranno estremamente facili, tanto da
    risultare quasi banali, ma man mano che la vicenda va avanti
    incontreremo avversari sempre più problematici, in una progressione di
    difficoltà non snervante ma bensì accattivante, e che eppure tende a
    divenire veramente ostica. L'idea del Pennello Divino, sebbene strizzi
    un po' l'occhio al sistema magico di Black & White, è comunque
    decisamente originale, ed è implementata eccezionalmente tanto in
    battaglia quanto in esplorazione. La storia è gradevole ed i personaggi
    molto simpatici, le missioni intelligenti e le sotto-quest varie, ed
    insomma il gioco fa di tutto per farsi amare e per trattenere a se il
    giocatore, fors'anche a livelli di dipendenza.
    Infine, non crediate che sia un gioco “breve”: vi ci vorranno infatti
    circa una ventina di ore anche solo per arrivare al cospetto di Orochi,
    salvo poi scoprire che la sua sconfitta non porta ai titoli di coda ma
    bensì alla fine di una prima “Parte” delle vicende di Amaterasu ed
    Issun. Se poi vi mettete in caccia di tutti i segreti, è facile
    calcolare che le ore complessive di gioco dall'inizio alla fine possano
    agilmente superare le cinquanta unità: coi tempi che corrono, questo è
    un traguardo veramente importante per un arcade (la media è ormai
    infatti di dieci-dodici ore). In conclusione, Okami è un capolavoro
    indiscutibile, un gioco da avere e da amare, forse uno degli ultimi
    “colpi di coda” della PS2, e soprattutto qualcosa che chi l'ha provato
    non scorderà tanto.


    GIOCO NTSC IN INGLESE!



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