okami recensione
LA LEGGENDA SECOLARE
Narra un'antica leggenda del villaggio di Kamiki di come un tempo un
terribile mostro di nome Orochi, descritto come un'enorme montagna con
otto teste di serpente, tiranneggiasse la regione, pretendendo ogni
cento anni il sacrificio di una vergine. Dopo mille anni di supplizi, e
nove vergini sacrificate, allo scadere del termine secolare si presentò
al villaggio un lupo dal manto bianco, che gli uomini battezzarono
“Shiranui”: temendo che si trattasse di un emissario del mostro, il
prode guerriero Nagi lo affrontò in duello, ma non riuscì neppure a
colpirlo. Intanto, la freccia del destino di Orochi colpì il tetto
della casa della bella Nami, promessa sposa di Nagi: sconvolto, il
guerriero decise che non avrebbe lasciato avvenire il sacrificio senza
tentare l'impossibile, e affrontò Orochi. Da principio l'impari lotta
favorì il colossale mostro, ma in soccorso di Nagi giunse Shiranui: il
lupo aveva il potere di controllare le forze della natura come i venti,
le acque e la crescita delle piante, riuscendo così ad intralciare
Orochi quel tanto necessario perché Nagi lo facesse ubriacare di sakè,
rendendolo vulnerabile alla sua spada Tsukuyomi. Purtroppo, però, il
valoroso Lupo perì in seguito alla ferite ed agli effluvi venefici del
mostro. In suo onore fu edificata una statua, accanto a quella di Nagi,
e Tsukuyomi fu posta a sigillo dello spirito del mostro.
La nostra storia inizia cento anni dopo questi fatti, quando un
individuo non meglio identificato si introduce furtivamente nella
Grotta della Luna per trafugare la sacra spada Tsukuyomi:
immediatamente, lo spirito di Orochi di libera ed il mostro torna in
vita, diffondendo come uno Tsunami le sue onde di malvagità che fanno
ammalare la terra e pietrificano gli uomini. La Ninfa Sakuya,
protettrice del villaggio di Kamiki, non ha il potere di contrastare un
simile mostro, ma con le sue ultime forze richiama in vita Shiranui,
appellandosi al suo vero nome: si tratta infatti nientemeno che
dell'incarnazione della Dea del Sole Amaterasu Omikami, ribattezzata
per l'occasione Okami (lupo) Amaterasu. Il divino canide, accompagnato
da un folletto di nome Issun, dovrà ancora una volta confrontarsi col
mostruoso Orochi, per il bene delle sue amate creature.
UN ARCADE IN PUNTA DI PENNELLO
Okami di base è un'arcade-adventure: questo significa che guideremo il
nostro lupo attraverso una serie di avventure in cui avranno un ruolo
fondamentale l'esplorazione e l'azione, sia sottoforma di salti ed
evoluzioni, sia soprattutto sottoforma di combattimenti rigorosamente
in tempo reale. Dire solo questo sarebbe però un'eresia nei confronti
del lavoro dei Clover: se, infatti, l'idea di base è piuttosto comune,
ciò che in Okami è particolare ed innovativo è la realizzazione. Com'è
facilmente evincibile da qualsiasi screenshot decidiate di guardare,
tutto il gioco è realizzato in modo da ricordare una pittura
tradizionale giapponese, un'opera in punta di pennello su lunghi fogli
di pergamena a grana grossa. Solo una scelta grafica? Assolutamente no:
così come il simpaticissimo Issun si vanta di essere un maestro del
“pennello divino”, anche Amaterasu potrà all'occorrenza mettere in
campo i suoi poteri tramite la pittura. All'atto pratico, sarà sempre
possibile “bloccare” l'azione trasformandola in un dipinto
bidimensionale e interagire tramite un pennello in modo tale da
modificare la situazione.
Va da sé che una simile implementazione permette delle ripercussioni
notevoli in campo di giocabilità: oltre a varie tecniche di
combattimento eseguibili tramite il pennello, come ad esempio il
materializzare una Bomba o dissipare col vento le fiamme del nemico,
saranno presenti molteplici quest e sotto-quest in cui il setoloso
utensile sarà indispensabile. Manca un ponte? Basta dipingerlo! Il
mulino ad acqua è rotto? Due colpi di pennello ed è presto riparato!
Bisogna riempire un enorme secchio? Un po' di inchiostro può facilmente
trasformarsi in un getto d'acqua! ...e così via, nelle infinite
possibilità ideate dagli sviluppatori.
ADDESTRAMENTO LUPESCO
Le azioni a disposizione di Ammy (come la chiama Issun, quando non
arriva addirittura a chiamarla “Palla di pelo”) sono parecchie, ma per
vostra fortuna non sarà necessario sostenere un esasperante tutorial
per impararle; all'inizio, infatti, queste azioni saranno limitate allo
stretto indispensabile, e solo in seguito si aggiungeranno, volta per
volta, tutte le altre. Di base, avrete a disposizione un tasto per
saltare ed uno per “scattare” in avanti con una spallata, oltre
ovviamente alla possibilità di correre per il mondo lasciandovi alle
spalle una scia di fiorellini; a questi si aggiungono i comandi
circostanziali per interagire con persone e oggetti vari o per grattare
il terreno in cerca di tesori. Quando si presenta la necessità di
combattere, circostanza sempre segnalata dalla comparsa di una sorta di
“barriera energetica”, i comandi si modificheranno: a parte il salto,
che sarà sempre disponibile, due tasti avranno lo scopo di attivare le
armi equipaggiate, ossia la primaria e la secondaria. La scelta delle
stesse è un elemento piuttosto interessante del gioco, in quanto
qualsiasi arma può essere equipaggiata tanto come primaria quanto come
secondaria, ma così facendo si modificherà la sua utilità: il “disco
solare” (arma iniziale) ad esempio si comporta da “lama rotante” se
equipaggiato come primario o da “scudo difensivo” se secondario, mentre
i vari tipi di “rosario” possono essere utilizzati tanto come “fruste”
quanto come “spara-proiettili”.
A questo ambaradan va naturalmente ad aggiungersi il succitato
pennello: basterà premere (e trattenere) l'apposito tasto perché
l'immagine si blocchi e compaia la setola inchiostrata. A questo punto
potrete letteralmente dipingere ciò che vi occorre, ma naturalmente
ancora una volta le varie forme e poteri corrispondenti si renderanno
disponibili solo man mano che l'avventura prosegue. Nella vostra opera
artistica dovrete sempre fare i conti con un prezioso carburante:
l'inchiostro. È pur vero che la vostra riserva si ricaricherà
costantemente nel tempo, ma è anche altrettanto vero che in
combattimenti complessi o contro molti nemici gli utilizzi del pennello
si susseguiranno e potreste sul più bello trovati impossibilitati a
dipingere quelle bellissime e letali bombe che vi piacciono tanto. Non
solo! Quando il serbatoio di inchiostro arriva a zero, Amaterasu perde
temporaneamente la sua prestanza divina, diventando un semplice lupo:
potrà comunque continuare a combattere ad artigliate e morsi, ma finché
non si sarà riempita almeno parte della riserva non avrà a disposizione
le sue letali armi.
GRANA GROSSA, DETTAGLIO FINO
Inutile girarci intorno: il vero elemento innovativo di Okami, quello
che lascia abbacinati e senza fiato, è la realizzazione grafica. Il
motore sfrutta egregiamente il cell-shading, contornando tutti i
modelli coi tratti “triangolari” tipici del pennello e coprendo tutte
le textures con l'effetto “grana grossa” della pergamena. Non solo:
tutte le strutture, i mostri e persino i personaggi, sebbene questi
ultimi rivisti in chiave un po' comica e grottesca, si rifanno a
pitture giapponesi tradizionali, tanto che il gioco si “banfa” di
mostrarci queste pitture ogni volta che incontriamo un nuovo
avversario. Le ombre in tempo reale sono ben realizzate, ed anche i
giochi di luce sono molto piacevoli: l'ambiente varia abbastanza
sensibilmente anche se spegnete un fuoco, senza contare il ciclo
giorno/notte perfettamente abilitato (ed Amaterasu avrà il potere di
far comparire a piacere il sole o, più avanti, la luna). Il risultato è
a dir poco sorprendente, persino mozzafiato. Un difetto? Beh, non che
sia un vero e proprio “difetto”, quanto piuttosto una “scelta furba”:
molti elementi grafici, come alberi, cespugli o massi di piccole
dimensioni, sono realizzati tramite sprite bidimensionali, ma questo
non costituisce minimamente fonte di fastidio. Dopotutto, l'intero
gioco cerca di essere più “murale” possibile, no? In compenso, questo
artifizio ha permesso agli sviluppatori di arricchire gli ambienti con
un fottio di dettagli e particolari senza per questo dover sacrificare
il frame rate ad ogni piè sospinto.
MUSICHE DI KOTO E TAMBURELLO
Poteva mancare, in questo contesto, una colonna sonora adeguata allo
stile “antico Giappone”? Ovviamente no: per quanto affiancati da soci
più moderni, il Koto, il Flauto, il Tamburello e tanti altri strumenti
musicali nipponici hanno il loro ruolo fondamentale nelle musiche,
specie nei ritmi incalzanti e suggestivi dei combattimenti, ed anche
quando sono meno sfruttati, come nei temi d'esplorazione, rimangono
sempre disponibili per brevi jingle o effetti sonori. I doppiaggi sono
stati realizzati con un sistema originale quanto la grafica: ad ogni
personaggio è associato uno strumento musicale o un campionamento
sonoro peculiare, e quando questo “parla” si odono le note dello
strumento che cercano di articolare suoni simili alla fonetica
originale. Un artifizio alla “Pierino e il lupo” (tanto per restare in
tema di lupi) che contribuisce notevolmente all'atmosfera da fiaba che
permea tutta la vicenda. È un vero peccato che non sia stata prevista
la traduzione capillare: ancora una volta, purtroppo, dovremo
accontentarci dell'Inglese, o a preferenza Francese o Tedesco. Le
accorate richieste di noi Italiani, così come quelle dei cugini
Spagnoli e Portoghesi, sono state del tutto ignorate...
UN GIOCO BELLO E LONGEVO
Farsi rapire da Okami, a parte per la grafica e l'atmosfera fiabesca
perfettamente ricreata, è facile anche soltanto grazie al sistema di
gioco immediato ed incoraggiante: durante le prime missioni verrete
presi letteralmente per mano, ed anche in seguito i commenti ed i
suggerimenti di Issun saranno di enorme utilità per evitare di
perdersi. I primi combattimenti saranno estremamente facili, tanto da
risultare quasi banali, ma man mano che la vicenda va avanti
incontreremo avversari sempre più problematici, in una progressione di
difficoltà non snervante ma bensì accattivante, e che eppure tende a
divenire veramente ostica. L'idea del Pennello Divino, sebbene strizzi
un po' l'occhio al sistema magico di Black & White, è comunque
decisamente originale, ed è implementata eccezionalmente tanto in
battaglia quanto in esplorazione. La storia è gradevole ed i personaggi
molto simpatici, le missioni intelligenti e le sotto-quest varie, ed
insomma il gioco fa di tutto per farsi amare e per trattenere a se il
giocatore, fors'anche a livelli di dipendenza.
Infine, non crediate che sia un gioco “breve”: vi ci vorranno infatti
circa una ventina di ore anche solo per arrivare al cospetto di Orochi,
salvo poi scoprire che la sua sconfitta non porta ai titoli di coda ma
bensì alla fine di una prima “Parte” delle vicende di Amaterasu ed
Issun. Se poi vi mettete in caccia di tutti i segreti, è facile
calcolare che le ore complessive di gioco dall'inizio alla fine possano
agilmente superare le cinquanta unità: coi tempi che corrono, questo è
un traguardo veramente importante per un arcade (la media è ormai
infatti di dieci-dodici ore). In conclusione, Okami è un capolavoro
indiscutibile, un gioco da avere e da amare, forse uno degli ultimi
“colpi di coda” della PS2, e soprattutto qualcosa che chi l'ha provato
non scorderà tanto.
GIOCO NTSC IN INGLESE!
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