Pulse - L' Originale
AUDIO/VIDEO 9
Titolo Originale: KAÏRO
REGIA: Kiyoshi KUROSAWA
NAZIONE: Giappone 2001
GENERE: horror
DURATA: 118'
INTERPRETI: Haruhiko Kato, Kumiko Aso, Koyuki, Kurume Arisaka, Koji Yakusho, Masatoshi Matsuo, Shun Sugata
SCENEGGIATURA: Kiyoshi Kurosawa
FOTOGRAFIA: Junichiro Hayashi
SCENOGRAFIA: Tomoyuki Maruo
MONTAGGIO: Junichi Kikuchi
EFFETTI VISIVI: Shuji Asano
MUSICHE: Takefumi Haketa
Taguchi,
un giovane informatico, viene trovato morto nel suo appartamento. I
suoi colleghi cerca di scoprire cosa possa aver spinto il loro amico a
compiere un gesto tanto estremo. L’unica pista sembra condurre a un
misterioso floppy, trovato nel computer di Taguchi, che contiene un
virus pericolosissimo per chi lo utilizza. Altre numerose morti si
susseguono, mentre c’è chi, collegandosi a internet, si ritrova su un
misterioso sito in cui una voce gli propone di incontrare un fantasma.
Gli eventi precipitano, strane presenze si manifestano in stanze
sigillate con il nastro rosso, per l’umanità l’apocalisse della
solitudine è ormai prossima.
Esaurita la spinta propulsiva iniziale
che ha portato sui nostri schermi una quantità industriale di film
horror provenienti dall’oriente, rimarranno impressi nella nostra mente
una manciata di titoli che, per forza espressiva e capacità di
raccontare le paure dell’uomo comune, hanno saputo scalfire
l’immaginario occidentale. I vari Ring, The Grudge, Dark Water, storie
di fantasmi così affascinanti e misteriose ma al tempo stesso così
lontane dalla nostra cultura, sono stati riadattati da un'Hollywood
sempre più a corto d'idee ai gusti del pubblico occidentale, attraverso
un processo di mutazione dei geni portatori del virus del terrore.
Tra
i titoli citati merita un posto di assoluto rilievo questo Kairo il cui
successo di critica internazionale non è figlio di un Demone minore di
nome Samara, ma brilla di una luce propria garantitagli da questa
spietata analisi della condizione umana che riesce a mettere in campo.
Attraverso inquadrature gelide e silenzi assordanti che scavano
nell’animo, mette a nudo il male dell’uomo contemporaneo: la
solitudine, determinata da una presenza massiccia di tecnologie sempre
più invasive che, nel film di Kurosawa diventano sì un tramite, un
passaggio (il titolo originale del film significa proprio passaggio)
tra il mondo dei vivi e quello dei morti, ma prima di tutto sono un
mezzo per entrare in contatto con sé stessi, squarciando quel velo di
Maya dietro il quale si nasconde il vuoto assoluto.
CODICE
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
CODICE
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]