GTA San Andreas
Recensione:
Questo quinto episodio della serie Grand Theft Auto è l’esempio più
lampante di come si possa portare su console un prodotto fino a qualche
anno fa pensato per esser relegato al più freddo mercato Pcistico,
creando un vero e proprio fenomeno di culto.
Tutto questo è dimostrazione di come il mondo dei videogiochi sia
totalmente cambiato: da un lato, infatti, è possibile trovare tipologie
videoludiche appartenenti al Pc su console, ottimamente confezionate,
altamente divertenti e cosa più importante, facilmente giocabili;
dall’altro, invece, stiamo assistendo alla nascita di un insieme di
generi che si uniscono a quello primario (in questo caso un titolo di
azione) in modo da attirare gli estimatori di altri generi ludici ed al
tempo stesso ampliare il titolo in tutti i modi possibili.
L’idea dei Rockstar non è quindi solo geniale come meccanica, ma anche
come ambizioso “fronte di attacco”: presa infatti la console più
diffusa, adattatoci sopra lo schema di un gioco da Pc, pompato con
violenza e libertà di azione, ecco generato uno dei titoli più attesi
e, diciamolo, uno dei migliori titoli per la console Sony.
Il tempo per creare questo terzo episodio tridimensionale di GTA è
stato relativamente poco per il materiale proposto e ciò induce a
pensare che il team avesse queste idee in mente già in precedenza e non
le abbia inserite proprio per questioni di tempo o limiti tecnici al
tempo insuperabili.
GTA ha sempre fatto parlare di se fin dai primi due episodi in 2D, per
il linguaggio scurrile e la violenza che da un lato agitava gli animi
dei non giocatori destando comunque interesse (dopotutto la pubblicità
anche se negativa è pur sempre pubblicità), mentre nella visione del
videogiocatore divertiva grazie al fatto che non si presentavano solo
scene di violenza ma questa ultima era amalgamata ottimamente con
l’altissima giocabilità e dal fatto di poter “switchare” i vari modelli
di auto rubata praticamente in-game.
La storia della pecorella smarrita
Ambientato negli anni ’90 e precisamente nel 1992 (dove il precedente
GTA Vice City ci vedeva giocare negli anni ’80), San Andreas narra le
vicende di Carl Johnson, per gli amici C.J., natio della stessa San
Andreas ed andato via circa cinque anni prima per recarsi a Liberty
City, lasciando la sua gang e la sua dolce mammina nell’isolotto.
C.J. torna a visitare il suo luogo di origine dopo aver ricevuto la
triste notizia della morte di sua madre, uccisa da un misterioso
assassino, e scopre che la sua vecchia banda naviga in cattive acque;
la responsabilità avvolge il nostro alter ego digitale e ci fa
ritornare li, nel posto che non pensavamo più di rivedere. Che si
scateni l’inferno….
Carl andò via nel momento di massimo splendore per gli Orange Grove
Families (gang locale di Los Santos caratterizzati dall’abbigliamento
verdognolo), mentre ora ritroverà alcuni suoi vecchi compagni distrutti
mentalmente e schiacciati dalle altre bande rivali; riuscirà C.J. a
guadagnare di nuovo la fiducia di coloro che un tempo chiamava amici?
Il protagonista scorrazzerà per l’isolotto di San Andreas, per tutte e
tre le sue grandi città, Los Santos (rifacimento in casa Rockstar di
Los Angeles), San Fierro (San Francisco) ed infine Las Venturas (Las
Vegas).
Le tre città presentano tutte le caratteristiche che mostrano quelle
alle quali il team si è ispirato, come i casinò e le luci attira
giocatori di Las Venturas, con tutto intorno un’area desertica
destinata a chi perde, oppure le colline di San Fierro come in San
Francisco.
Signora posso aiutarla ad attraversare la strada?
La Playstation 2 ha ormai alle spalle ben quattro lunghi anni di vita,
una “certa età” per una console che sforna ormai titoli che spremono al
limite il suo hardware. Il team Rockstar ha davvero mostrato
l’impossibile con questo prodotto, presentando la zona complessiva di
gioco di un’immensità incredibile: un ulteriore aumento del campo
visivo rispetto al precedente completa l’opera, mentre il tutto viene
caricato in tempo reale (streaming), senza quindi interruzioni di sorta
quando con un veicolo attraverseremo nuove parti di città.
I personaggi del gioco sono realizzati con un numero di poligoni
soddisfacente, ma sono le loro animazioni a lasciare stupito il
videogiocatore.
Ottime le architetture proposte nelle varie zone, che fanno intuire la
disposizione urbanistico-politica della zolla urbana; gli effetti
speciali sono stati meglio distribuiti e questa volta non sono
invadenti come in Vice City; il primo fra tutti che ha beneficiato di
questo ridimensionamento è stato il motion blur: mentre nel passato
episodio assistevamo quasi ad un’immagine che veniva “sciolta” sullo
schermo, in San Andreas il blur è presente ma fa da contorno e non da
principale protagonista nel settore grafico.
Molto ben realizzato l’effetto di distorsione generato dal calore
vicino le parti metalliche quando vengono surriscaldate, come le
marmitte delle auto.
Le pecche in campo grafico sono date dal frame-rate non sempre
costante, specie nelle situazioni di maggiore caos, da un lieve pop-up
anche sulle Playstation 2 meno starate (il titolo è stato testato anche
su una vecchia Playstation 2 versione 3 ed il gioco saltava pezzi di
architetture o addirittura parte del manto stradale; problema
ovviamente hardware della console, ma i possessori di vecchi modelli
stiano attenti), ed una qualità delle texture, per alcuni edifici o per
gli stessi personaggi, discutibile.
I Rockstar sembrano aver dato il meglio di sé spremendo la vecchia Ps2
nel ben ottimizzato motore del gioco, chissà se realmente si potrà
vedere una grafica dello stesso stile con un maggior numero di oggetti
e con gli stessi effetti.
Il comparto sonoro è di primissima qualità, presentando un sistema
radiofonico con tracce prese direttamente dai maggiori successi, divisi
per generi, degli anni ’90, il tutto con supporto Pro Logic II.
Indovinatissima poi la scelta di lasciare le voci in inglese, senza
localizzarle (e qui qualcuno dirà: “ma chi voleva localizzarle”) in
modo da non sminuire l’ottimo lavoro dei doppiatori nel riprodurre i
vari slang fonici che ben caratterizzano i personaggi.
Ben realizzati i restanti effetti sonori, specie i rumori metallici e
quelli delle armi, nonché il rombo dei motori differente per ogni
veicolo, come da tradizione della serie.
Rispetto amico!
Iniziando il gioco noteremo fin da subito, comparando la mappa allegata
alla confezione del gioco con quella in-game, che ci è concesso
esplorare solo una delimitata area: i primi minuti di gioco, infatti,
saranno dedicati a missioni tutorial con la scusante che un terremoto
ha fatto cadere tutti i ponti che circondano il luogo dove ci troviamo
ed, in attesa che questi siano riparati, C.J. si metterà subito al
lavoro senza perdere tempo.
La varietà è la chiave del successo ed i Rockstar hanno fatto scuola di
questo detto, in San Andreas, infatti, ampliano e mescolano i tanti
elementi che appartengono ad altre tipologie videoludiche per rendere
il titolo divertente per qualsiasi genere di videogiocatore.
Oltre, quindi, alle missioni viste nei passati due episodi in tre
dimensioni, noteremo che sono stati inseriti elementi da gioco di
ruolo, con statistiche del personaggio in base a come verrà allenato da
noi.
Nel gioco sarà necessario nutrirsi (Metal Gear Solid 3?) almeno 2-3
volte al giorno per non cadere nel catabolismo più totale perdendo
quindi preziosa massa magra; allo stesso tempo non dovremo esagerare
con il cibo ingerito, specie se di indubbia qualità, perchè altrimenti
aumenterà lo strato di adipe appesantendoci non poco.
Le tipologie di cibo spaziano dagli hot dogs alle insalate, alcuni più
grassi ma nutrienti, altri meno energici ma più magri ed allo stesso
tempo tanti sono i luoghi di ristoro per metter a tacere il brontolio
del nostro stomaco.
Per aumentare le statistiche del personaggio lo alleneremo, della serie
“mens sana in corpore sano”, o due volte a settimana con un buon
workout aerobico o con specifici attrezzi che aiuteranno non poco a
plasmare un fisico scultoreo ed appagante.
Potremo allenarci anche nello sport vero e proprio, organizzando partite di basket.
A questo si unisce l’aumento di livello nell’usare le armi (arrivando a
sparare camminando o addirittura nella modalità Hitman con ben due armi
nello stesso tempo) o nel combattere a mani nude istruendoci da maestri
di arti marziali ed imparando nuove mosse; presente anche la
possibilità di nuotare non solo in palestra ma anche in particolari
zone della città.
Altra parte importante è il rapporto con il prossimo: avere un aspetto
appagante ed intrigante avrà il suo effetto, in base alla macchina che
utilizzeremo per andare in giro, alla pettinatura che faremo adottare a
C.J. ed al modo di vestire (un abbigliamento come quelli della nostra
gang attira altri possibili nuovi elementi ma non è ben vista dalla
restante parte degli NPC – No Play Character).
Le ragazze impazziranno letteralmente ad esser corteggiate (Single per
Pc?) da un uomo esteticamente ben curato, vestito con abiti firmati e
con un fiammante bolide pronto a portarle ovunque esse vogliano.
Il reclutamento dei membri della gang avviene in base alla reputazione,
il famoso “respect” che tanto va in voga negli States: più missioni
completeremo, più soldi avremo a disposizione e più nuove leve vorranno
imitarci.
Le gang giocano un ruolo determinante nel titolo: ogni parte della
mappa è infatti controllata da gang in un determinato stato di
espansione territoriale (attivo, stabile o passivo); uno dei nostri
compiti principali sarà quello di riportare allo splendore gli Orange
Grove Families ed annientare quelli che sono i loro nemici giurati, i
Front Yard Ballas.
Un modo di vestire ed un colore differente distingue le varie gang, in
modo da identificare fin da subito uno dei loro membri e sapere con chi
ci si trova a parlare; vi è poi la sfortunata possibilità di trovarsi
immischiati durante delle liti di confine tra le varie bande,
situazioni da evitare a tutti i costi salvo che non ci si voglia
schierare con alcuni dei contendenti per poi in futuro riceverne i
favori.
Nel titolo sarà ovviamente possibile rubare autovetture e tra le nuove
leve appare la bicicletta, la famosa BMX con la quale fare acrobazie di
ogni tipo (Matt Hoffman Pro Bmx?), oppure i soliti mezzi delle forze
dell’ordine che aprono la strada a nuove missioni o modalità.
Altra particolare novità è costituita dai mini-games presenti nel gioco
(ShenMue?): avremo infatti la possibilità di giocare con cloni di
Tempest, di Defender o addirittura di Asteroids, immergendoci
totalmente nello spirito retrò del gioco.
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Recensione:
Questo quinto episodio della serie Grand Theft Auto è l’esempio più
lampante di come si possa portare su console un prodotto fino a qualche
anno fa pensato per esser relegato al più freddo mercato Pcistico,
creando un vero e proprio fenomeno di culto.
Tutto questo è dimostrazione di come il mondo dei videogiochi sia
totalmente cambiato: da un lato, infatti, è possibile trovare tipologie
videoludiche appartenenti al Pc su console, ottimamente confezionate,
altamente divertenti e cosa più importante, facilmente giocabili;
dall’altro, invece, stiamo assistendo alla nascita di un insieme di
generi che si uniscono a quello primario (in questo caso un titolo di
azione) in modo da attirare gli estimatori di altri generi ludici ed al
tempo stesso ampliare il titolo in tutti i modi possibili.
L’idea dei Rockstar non è quindi solo geniale come meccanica, ma anche
come ambizioso “fronte di attacco”: presa infatti la console più
diffusa, adattatoci sopra lo schema di un gioco da Pc, pompato con
violenza e libertà di azione, ecco generato uno dei titoli più attesi
e, diciamolo, uno dei migliori titoli per la console Sony.
Il tempo per creare questo terzo episodio tridimensionale di GTA è
stato relativamente poco per il materiale proposto e ciò induce a
pensare che il team avesse queste idee in mente già in precedenza e non
le abbia inserite proprio per questioni di tempo o limiti tecnici al
tempo insuperabili.
GTA ha sempre fatto parlare di se fin dai primi due episodi in 2D, per
il linguaggio scurrile e la violenza che da un lato agitava gli animi
dei non giocatori destando comunque interesse (dopotutto la pubblicità
anche se negativa è pur sempre pubblicità), mentre nella visione del
videogiocatore divertiva grazie al fatto che non si presentavano solo
scene di violenza ma questa ultima era amalgamata ottimamente con
l’altissima giocabilità e dal fatto di poter “switchare” i vari modelli
di auto rubata praticamente in-game.
La storia della pecorella smarrita
Ambientato negli anni ’90 e precisamente nel 1992 (dove il precedente
GTA Vice City ci vedeva giocare negli anni ’80), San Andreas narra le
vicende di Carl Johnson, per gli amici C.J., natio della stessa San
Andreas ed andato via circa cinque anni prima per recarsi a Liberty
City, lasciando la sua gang e la sua dolce mammina nell’isolotto.
C.J. torna a visitare il suo luogo di origine dopo aver ricevuto la
triste notizia della morte di sua madre, uccisa da un misterioso
assassino, e scopre che la sua vecchia banda naviga in cattive acque;
la responsabilità avvolge il nostro alter ego digitale e ci fa
ritornare li, nel posto che non pensavamo più di rivedere. Che si
scateni l’inferno….
Carl andò via nel momento di massimo splendore per gli Orange Grove
Families (gang locale di Los Santos caratterizzati dall’abbigliamento
verdognolo), mentre ora ritroverà alcuni suoi vecchi compagni distrutti
mentalmente e schiacciati dalle altre bande rivali; riuscirà C.J. a
guadagnare di nuovo la fiducia di coloro che un tempo chiamava amici?
Il protagonista scorrazzerà per l’isolotto di San Andreas, per tutte e
tre le sue grandi città, Los Santos (rifacimento in casa Rockstar di
Los Angeles), San Fierro (San Francisco) ed infine Las Venturas (Las
Vegas).
Le tre città presentano tutte le caratteristiche che mostrano quelle
alle quali il team si è ispirato, come i casinò e le luci attira
giocatori di Las Venturas, con tutto intorno un’area desertica
destinata a chi perde, oppure le colline di San Fierro come in San
Francisco.
Signora posso aiutarla ad attraversare la strada?
La Playstation 2 ha ormai alle spalle ben quattro lunghi anni di vita,
una “certa età” per una console che sforna ormai titoli che spremono al
limite il suo hardware. Il team Rockstar ha davvero mostrato
l’impossibile con questo prodotto, presentando la zona complessiva di
gioco di un’immensità incredibile: un ulteriore aumento del campo
visivo rispetto al precedente completa l’opera, mentre il tutto viene
caricato in tempo reale (streaming), senza quindi interruzioni di sorta
quando con un veicolo attraverseremo nuove parti di città.
I personaggi del gioco sono realizzati con un numero di poligoni
soddisfacente, ma sono le loro animazioni a lasciare stupito il
videogiocatore.
Ottime le architetture proposte nelle varie zone, che fanno intuire la
disposizione urbanistico-politica della zolla urbana; gli effetti
speciali sono stati meglio distribuiti e questa volta non sono
invadenti come in Vice City; il primo fra tutti che ha beneficiato di
questo ridimensionamento è stato il motion blur: mentre nel passato
episodio assistevamo quasi ad un’immagine che veniva “sciolta” sullo
schermo, in San Andreas il blur è presente ma fa da contorno e non da
principale protagonista nel settore grafico.
Molto ben realizzato l’effetto di distorsione generato dal calore
vicino le parti metalliche quando vengono surriscaldate, come le
marmitte delle auto.
Le pecche in campo grafico sono date dal frame-rate non sempre
costante, specie nelle situazioni di maggiore caos, da un lieve pop-up
anche sulle Playstation 2 meno starate (il titolo è stato testato anche
su una vecchia Playstation 2 versione 3 ed il gioco saltava pezzi di
architetture o addirittura parte del manto stradale; problema
ovviamente hardware della console, ma i possessori di vecchi modelli
stiano attenti), ed una qualità delle texture, per alcuni edifici o per
gli stessi personaggi, discutibile.
I Rockstar sembrano aver dato il meglio di sé spremendo la vecchia Ps2
nel ben ottimizzato motore del gioco, chissà se realmente si potrà
vedere una grafica dello stesso stile con un maggior numero di oggetti
e con gli stessi effetti.
Il comparto sonoro è di primissima qualità, presentando un sistema
radiofonico con tracce prese direttamente dai maggiori successi, divisi
per generi, degli anni ’90, il tutto con supporto Pro Logic II.
Indovinatissima poi la scelta di lasciare le voci in inglese, senza
localizzarle (e qui qualcuno dirà: “ma chi voleva localizzarle”) in
modo da non sminuire l’ottimo lavoro dei doppiatori nel riprodurre i
vari slang fonici che ben caratterizzano i personaggi.
Ben realizzati i restanti effetti sonori, specie i rumori metallici e
quelli delle armi, nonché il rombo dei motori differente per ogni
veicolo, come da tradizione della serie.
Rispetto amico!
Iniziando il gioco noteremo fin da subito, comparando la mappa allegata
alla confezione del gioco con quella in-game, che ci è concesso
esplorare solo una delimitata area: i primi minuti di gioco, infatti,
saranno dedicati a missioni tutorial con la scusante che un terremoto
ha fatto cadere tutti i ponti che circondano il luogo dove ci troviamo
ed, in attesa che questi siano riparati, C.J. si metterà subito al
lavoro senza perdere tempo.
La varietà è la chiave del successo ed i Rockstar hanno fatto scuola di
questo detto, in San Andreas, infatti, ampliano e mescolano i tanti
elementi che appartengono ad altre tipologie videoludiche per rendere
il titolo divertente per qualsiasi genere di videogiocatore.
Oltre, quindi, alle missioni viste nei passati due episodi in tre
dimensioni, noteremo che sono stati inseriti elementi da gioco di
ruolo, con statistiche del personaggio in base a come verrà allenato da
noi.
Nel gioco sarà necessario nutrirsi (Metal Gear Solid 3?) almeno 2-3
volte al giorno per non cadere nel catabolismo più totale perdendo
quindi preziosa massa magra; allo stesso tempo non dovremo esagerare
con il cibo ingerito, specie se di indubbia qualità, perchè altrimenti
aumenterà lo strato di adipe appesantendoci non poco.
Le tipologie di cibo spaziano dagli hot dogs alle insalate, alcuni più
grassi ma nutrienti, altri meno energici ma più magri ed allo stesso
tempo tanti sono i luoghi di ristoro per metter a tacere il brontolio
del nostro stomaco.
Per aumentare le statistiche del personaggio lo alleneremo, della serie
“mens sana in corpore sano”, o due volte a settimana con un buon
workout aerobico o con specifici attrezzi che aiuteranno non poco a
plasmare un fisico scultoreo ed appagante.
Potremo allenarci anche nello sport vero e proprio, organizzando partite di basket.
A questo si unisce l’aumento di livello nell’usare le armi (arrivando a
sparare camminando o addirittura nella modalità Hitman con ben due armi
nello stesso tempo) o nel combattere a mani nude istruendoci da maestri
di arti marziali ed imparando nuove mosse; presente anche la
possibilità di nuotare non solo in palestra ma anche in particolari
zone della città.
Altra parte importante è il rapporto con il prossimo: avere un aspetto
appagante ed intrigante avrà il suo effetto, in base alla macchina che
utilizzeremo per andare in giro, alla pettinatura che faremo adottare a
C.J. ed al modo di vestire (un abbigliamento come quelli della nostra
gang attira altri possibili nuovi elementi ma non è ben vista dalla
restante parte degli NPC – No Play Character).
Le ragazze impazziranno letteralmente ad esser corteggiate (Single per
Pc?) da un uomo esteticamente ben curato, vestito con abiti firmati e
con un fiammante bolide pronto a portarle ovunque esse vogliano.
Il reclutamento dei membri della gang avviene in base alla reputazione,
il famoso “respect” che tanto va in voga negli States: più missioni
completeremo, più soldi avremo a disposizione e più nuove leve vorranno
imitarci.
Le gang giocano un ruolo determinante nel titolo: ogni parte della
mappa è infatti controllata da gang in un determinato stato di
espansione territoriale (attivo, stabile o passivo); uno dei nostri
compiti principali sarà quello di riportare allo splendore gli Orange
Grove Families ed annientare quelli che sono i loro nemici giurati, i
Front Yard Ballas.
Un modo di vestire ed un colore differente distingue le varie gang, in
modo da identificare fin da subito uno dei loro membri e sapere con chi
ci si trova a parlare; vi è poi la sfortunata possibilità di trovarsi
immischiati durante delle liti di confine tra le varie bande,
situazioni da evitare a tutti i costi salvo che non ci si voglia
schierare con alcuni dei contendenti per poi in futuro riceverne i
favori.
Nel titolo sarà ovviamente possibile rubare autovetture e tra le nuove
leve appare la bicicletta, la famosa BMX con la quale fare acrobazie di
ogni tipo (Matt Hoffman Pro Bmx?), oppure i soliti mezzi delle forze
dell’ordine che aprono la strada a nuove missioni o modalità.
Altra particolare novità è costituita dai mini-games presenti nel gioco
(ShenMue?): avremo infatti la possibilità di giocare con cloni di
Tempest, di Defender o addirittura di Asteroids, immergendoci
totalmente nello spirito retrò del gioco.
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