Baya Pirata

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    Leoni per Agnelli

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    crisleon
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    Leoni per Agnelli Empty Leoni per Agnelli

    Messaggio Da crisleon Mar Ott 20, 2009 5:45 pm

    Leoni per Agnelli Lionsforlambsya4

    Info Tecniche:
    Formato: DVD5
    Audio: Dolby Digital 5.1 ( Italiano , Inglese e Spagnolo )
    Sottotitoli: Italiano , Inglese , Spagnolo
    Menù:
    Extra:

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    Titolo originale: Lions for Lambs
    Nazione: U.S.A.
    Anno: 2007
    Genere: Drammatico
    Durata: 91
    Regia: Robert Redford
    Produzione: Andell Entertainment, United Artists, Wildwood Enterprises
    Distribuzione: 20th Century Fox
    Data di uscita: Roma 2007 - 21 Dicembre 2007 (cinema)

    Cast: Tom
    Cruise, Robert Redford, Meryl Streep, Derek Luke, Michael Peña, Peter
    Berg, William Mapother, Tracy Dali, Jennifer Sommerfield, Rustee
    Rutherford

    Trama:
    La pellicola narra gli eventi che
    avvengono "dietro le quinte" (e che rimangono spesso invisibili) in
    un'unica giornata per collegare i punti tra loro e rivelare come un
    ambizioso e potente politico che compie delle scelte rischiose a
    Washington, una giornalista televisiva che insegue una storia
    importante sotto grande pressione e due soldati coraggiosi spediti in
    una pericolosa missione segreta, sono tutti collegati ad un giovane in
    procinto di comprendere il vero potere della libertà, dell'impegno e
    dell'importanza delle proprie convinzioni. La storia si svolge su tre
    fronti, ugualmente tesi ed emozionanti, ognuno presenta degli
    importanti ostacoli personali. In un ufficio del Congresso, il Senatore
    che aspira alla Presidenza Jasper Irving (Tom Cruise) sta per fornire
    una storia sensazionale su una nuova strategia bellica ad una
    giornalista televisiva che svolge delle ricerche (Meryl Streep): i due
    portano avanti un feroce gioco tra gatto e topo utilizzando arguzia,
    fascino e vari sotterfugi. Alla West Coast University, un professore un
    tempo idealista, il dottor Malley (Robert Redford) si confronta con uno
    studente capace e smaliziato (Andrew Garfield), che ha bisogno di una
    spinta perché rischia di non sfruttare tutto il suo enorme potenziale.
    Nel frattempo, dall'altra parte del mondo, nel cuore della battaglia in
    Afghanistan, due ex studenti di Malley, Arian (Derek Luke) ed Ernest
    (Michael Peña), vivono sulla propria pelle i dibattiti e i discorsi dei
    mentori e dei politici in un acceso combattimento per la sopravvivenza,
    con delle conseguenze strazianti che avranno ripercussioni sulle vite
    di tutti loro.

    Recensione:
    La guerra: una macchia
    rossa su un foglio bianco. Non una figura regolare, non un cerchio
    indivisibile, un insieme di atteggiamenti, idee e persone unite e
    impenetrabili, ma uno spruzzo improvviso e stonato, forte e dritto in
    alcune linee e curvo e pieno di insenature in altre parti. Chi ha il
    coraggio di dire che la sicurezza nazionale non sia importante? Ma,
    allo stesso modo, chi può sostenere senza alcun problema, che la morte
    di soldati serva davvero a salvare altre vite? La guerra riguarda
    tutto, riguarda noi, anche se noi non ne vorremmo avere a che fare. E
    se c’è un aggettivo che la possa definire è che è complessa: ha più
    strati, è instabile, vive di motivazioni contrapposte, e per questo è
    giustificata e ingiustificabile allo stesso tempo. Sono queste le
    considerazioni di partenza da cui è partito lo sceneggiatore Matthew
    Michael Carnahan per scrivere “Lions for Lambs”.
    Tre luoghi d’azione
    per tracciare i tratti principali che delimitano la guerra. La politica
    che si confronta con la stampa. Il professore, rappresentante del mondo
    intellettuale, che sollecita il giovane studente a prendere coscienza.
    Due coppie di dialoghi che si completano con la narrazione di chi la
    scelta, giusta o sbagliata che sia, l’ha già fatta e ora il sangue lo
    vede sul proprio corpo. La grandezza del film di Robert Redford (che si
    ritaglia il ruolo del docente) inizia prima di tutto da questo
    approccio. Che il suo autore sia contrario all’ingaggio militare è
    chiaro, ma per fare emergere il proprio punto di vista non
    strumentalizza gli eventi facendone del racconto di uno, l’occasione
    per dire “ecco, avete visto?”, ma si preoccupa di coprire tutto l’arco
    delle possibili “controargomentazioni” lasciando metaforicamente
    “parlare” anche i pensieri avversi. Il senatore repubblicano
    interpretato (bene) da Tom Cruise è credibile in alcuni suoi discorsi,
    si “scusa” addirittura per gli errori del passato e quantomeno ha la
    volontà di cercare nuove soluzioni per il futuro e chi dovrebbe
    contraddirlo, la giornalista Meryl Streep, sembra più volte affascinato
    e persuaso dalle sue parole. Il vero pensiero degli autori, e cioè che
    si tratti in realtà solo dell’ennesimo uomo spregevole mosso solo
    dall’ambizione, non è esplicito e sbattuto in faccia allo spettatore:
    lo si intuisce più volte, ma è rivelato davvero solo dalla sua ultima
    battuta, quando dice ad alta voce “Non mi candiderò mai alle elezioni
    presidenziali” e cioè esattamente ciò che lo studente di Scienze
    politiche dice ad inizio film rappresentare la frase simbolo del
    politico bastardo e corrotto. Il montaggio delle tre storie è, in tal
    senso, fondamentale.
    Nonostante i sei protagonisti vivano situazioni
    diverse (e nel caso del faccia a faccia Redford – ragazzo, anche tempi
    diversi), alcune parole ed esempi ricorrono. Se da una parte Tom Cruise
    afferma che il modus operandi dell’imperiale Roma, che conquistava le
    alture delle montagne per avere il controllo dei territori appena
    occupati, è ancora valido e attuabile anche per l’Afghanistan,
    dall’altra Robert Redford risponde che Roma sta bruciando. E così altre
    parole, altre risposte indirette, dette in luogo e recepite in un
    altro. La presa di coscienza invocata da Redford è ascoltata anche
    dalla Streep, che la metterà in pratica e lascerà il proprio lavoro (ne
    è prova la didascalia che scorre sotto il telegiornale e che annuncia
    la notizia che lei non voleva dare). Ma c’è in realtà anche un quarto
    set, altre persone cui il film si sta parlando e siamo noi, gli
    spettatori. Quel “E adesso che fai?” ripetuto più volte in chiusura e a
    cui non viene data risposta, non è rivolto allo studente, ma alle
    nostre coscienze.
    Tutti possiamo fare qualcosa, tutti abbiamo il
    dovere morale di scegliere come e dove stare, non ci si può girare da
    un’altra parte: “come si può godere la vita se si sa che dall’altra
    parte del mondo c’è morte e disperazione?”. Redford è contrario alla
    guerra, ma rispetta i soldati che si sono impegnati in nome del proprio
    Paese: quando i due ex studenti si alzano in piedi, non sono i
    protagonisti di una retorica scena di coraggio, ma gli emblemi del
    coraggio stesso: quello di credere che le cose si possano cambiare
    davvero.

    La frase: "Mai vidi agnelli di questa fatta, comandati come leoni".

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