l criterio di giudizio è talvolta vittima di un riflesso
condizionato: i film sugli anticristo, sulla lotta tra il bene e il
male, sugli esorcisti e tutto l'armamentario animistico ma non mistico,
vengono di norma bollati a causa del sensazionalismo visivo ed emotivo
che i filmakers utilizzano con le stesse modalità dei più fessi film
horror. Non è il caso di Constantine, così ricco di umori, di autentica
ironia, di dialoghi a volte irresistibili, dove la materia trattata: lo
scontro tra angeli e demoni, mentre Dio è assente, secondo la visione
nichilista tipica di una società i cui valori massimi sono le droghe,
il potere e la violenza, è una sorta di puntata conclusiva di tutti
film sull'argomento. Pur essendo passibile di un sequel, "Constantine"
sembra davvero dimostrare che "scherzare coi santi" sia per una volta
possibile per una buona causa. Il personaggio di Constantine è tratto
dal fumetto "Hellblazer" , un curioso epigono del film di Wenders, Così
lontano, così vicino, perchè l'invisibile diaframma che separa i vivi
dall'inferno e dal paradiso sembra davvero a portata di mano.
John
Constantine nasce col potere che gli consente di vedere tra gli umani
angeli e demoni che si occultano tra noi.. Spaventato dal suo potere si
suicida, ma verrà riportato in vita e costretto a guadagnare il perdono
divino, che ad un suicida di norma non è concesso, spedendo nel loro
mondo i demoni che infestano la terra. È un fumatore accanito, cui
hanno diagnosticato pochi mesi di vita e pertanto deve fare presto;
esperto di demonologia e magia nera, Constantine è davvero un antieroe,
che non cerca simpatie, che agisce al solo scopo di salvare la sua
anima. Tutto quanto accade, non poco, è un vivace accumulo di
situazioni che private dall'ironia sarebbero folli farneticazioni.
Le
visioni dell'oltretomba cadono talvolta nella convenzione visiva, con
la tecnica digitale che inizia a mostrare i suoi limiti.
Keanu
Reeves è perfetto, diviso tra bene e male, il volto bellissimo, la
recitazione asciutta ed ironica. L'avversione per l'ipocrisia e la
crudeltà che contraddistingue il suo personaggio, attraversa la vicenda
con l'ausilio della maturità interpretativa che a 40 anni Reeves ha
finalmente raggiunto.
Un
curioso, folle e anarchico racconto del quale ciascuno può dire tutto
il male e tutto il bene possibile: nel cinema non accade spesso,
pertanto è una ghiotta occasione per un'incursione in un film di genere
che si libera dall'etichetta grazie alla freschezza delle invenzioni e
un dialogo accattivante. Per una volta possiamo abbandonarci al piacere
di andare all'inferno.
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condizionato: i film sugli anticristo, sulla lotta tra il bene e il
male, sugli esorcisti e tutto l'armamentario animistico ma non mistico,
vengono di norma bollati a causa del sensazionalismo visivo ed emotivo
che i filmakers utilizzano con le stesse modalità dei più fessi film
horror. Non è il caso di Constantine, così ricco di umori, di autentica
ironia, di dialoghi a volte irresistibili, dove la materia trattata: lo
scontro tra angeli e demoni, mentre Dio è assente, secondo la visione
nichilista tipica di una società i cui valori massimi sono le droghe,
il potere e la violenza, è una sorta di puntata conclusiva di tutti
film sull'argomento. Pur essendo passibile di un sequel, "Constantine"
sembra davvero dimostrare che "scherzare coi santi" sia per una volta
possibile per una buona causa. Il personaggio di Constantine è tratto
dal fumetto "Hellblazer" , un curioso epigono del film di Wenders, Così
lontano, così vicino, perchè l'invisibile diaframma che separa i vivi
dall'inferno e dal paradiso sembra davvero a portata di mano.
John
Constantine nasce col potere che gli consente di vedere tra gli umani
angeli e demoni che si occultano tra noi.. Spaventato dal suo potere si
suicida, ma verrà riportato in vita e costretto a guadagnare il perdono
divino, che ad un suicida di norma non è concesso, spedendo nel loro
mondo i demoni che infestano la terra. È un fumatore accanito, cui
hanno diagnosticato pochi mesi di vita e pertanto deve fare presto;
esperto di demonologia e magia nera, Constantine è davvero un antieroe,
che non cerca simpatie, che agisce al solo scopo di salvare la sua
anima. Tutto quanto accade, non poco, è un vivace accumulo di
situazioni che private dall'ironia sarebbero folli farneticazioni.
Le
visioni dell'oltretomba cadono talvolta nella convenzione visiva, con
la tecnica digitale che inizia a mostrare i suoi limiti.
Keanu
Reeves è perfetto, diviso tra bene e male, il volto bellissimo, la
recitazione asciutta ed ironica. L'avversione per l'ipocrisia e la
crudeltà che contraddistingue il suo personaggio, attraversa la vicenda
con l'ausilio della maturità interpretativa che a 40 anni Reeves ha
finalmente raggiunto.
Un
curioso, folle e anarchico racconto del quale ciascuno può dire tutto
il male e tutto il bene possibile: nel cinema non accade spesso,
pertanto è una ghiotta occasione per un'incursione in un film di genere
che si libera dall'etichetta grazie alla freschezza delle invenzioni e
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di andare all'inferno.
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