Recensione
Quanti armatori erano amighisti ? Pochi penso,
i miliardari sono troppo impegnati ad accumulare ricchezze di varia
natura per giocare ai videogiochi. Quanti amighisti erano armatori?
Tutti coloro che ebbero la fortuna di imbattersi in Ports of Call.
Lungi dall’essere una killer application (per lo meno nel senso proprio
del termine visto il peculiare settore su cui il gioco andava ad
impattare), il capolavoro firmato Aegis e vidimato dai faccioni
sorridenti degli autori, Martin Ulrich e Rolf Dieter Klein, che
apparivano nella schermata di caricamento (c'era anche James D. Sachs,
grafico di Defender Of The Crown nd Tetsuo) ha lasciato una traccia
indelebile in tutti gli early adopters che acquistarono l’ Amiga nei
primi mesi della sua vita. Pors of Call era uno di quei titoli che
dimostravano che con il gioiello Commodore ogni tipologia di gioco era
possibile e che con il dovuto approccio anche il titolo più noioso
sulla carta poteva diventare entusiasmante. Lo scopo del gioco era
semplice ed immediato: fare soldi comprando e vendendo merci in decine
di porti di tutto il mondo.
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